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Se Matteo Renzi fosse un film di Chaplin

Le punture di spillo di Giuliano Cazzola

Matteo Renzi ha incontrato un intoppo. Tra i partner europei vi sono riserve sulla nomina di Federica Mogherini ad Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione. Il premier insiste e ce la farà sicuramente. Non si è ancora avvalso, infatti, dell’argomento fondamentale del “precedente”: quando l’imperatore Caligola nominò senatore il suo cavallo.

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“Se i dissidenti alla fine votano contro dovranno rendere conto alla base, all’elettorato, al Paese”. Sono parole di Giorgio Tonini, esponente (veltroniano) renziano del Pd, rivolte a quei colleghi di partito che non si arrendono e che minacciano di non votare a favore dello stravolgimento della Costituzione. Gli risponde indirettamente Vannino Chiti: ‘’Sulla riforma della Costituzione rispondo solo alla mia coscienza’’. Ecco dove sta la differenza tra un uomo e un quaquaraquà. Tra chi avverte il dovere di rappresentare la nazione e chi è un passacarte del leader di turno. La politica ha un senso soltanto se ha in sé un’idea per cui vale la pena di perdere tutto.

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“Sa, prima fanno il Patto del Nazareno, poi arriva Pier Silvio che loda Renzi, dopo ancora ci vogliono costringere a votare ‘sto schifo di riforma del Senato… Le voci girano, si mormorano tante cose’’. Chi parla è Vincenzo D’Anna, simpatico partenopeo, senatore di Forza Italia (e, si dice per screditarlo, vicino a Nicola Cosentino). A suo avviso, la manfrina dell’ex Cav a sostegno del capo dei Puffi sarebbe dettata da motivi personali, a partire dalla speranza (dall’illusione, ndr) della grazia (di quale provvedimento di condanna, poi, visto che di atti di clemenza non ne basterà uno?). Se è così, non c’è molto da attendere. E’ sufficiente arrivare alla sentenza d’appello nel processo Ruby.

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Ragioniamo per un momento di fantapolitica, collocando la vicenda in un Paese immaginario chiamato -come nell’immortale film di Charlie Chaplin ‘’Il grande dittatore’’ – Batalia. Mettiamo il caso che il premier in carica abbia promesso al leader del principale partito di opposizione, nei guai con la giustizia, una sorta di salvacondotto se lo aiuta a stravolgere la Costituzione. Se fosse vero, dell’operazione dovrebbero essere complici pezzi della magistratura, il Capo dello Stato (titolare del potere di grazia), i media e quant’altro. Ma se questa fosse la situazione (ovviamente siamo nel campo dell’assurdo) la c.d trattativa Stato-mafia (che già ora è un’enorme ‘’bufala’’) somiglierebbe ad un innocente gioco di società: una sorta di Risiko giudiziario che consente di trascorrere una serata con amici.

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