Nonostante Mosca sia determinata a negare ogni coinvolgimento nello schianto del Boeing della Malaysia Airlines, il consenso internazionale attorno a Kiev si fa ogni giorno più coeso e mette in difficoltà Vladimir Putin.
All’incidente è subito seguito un rimpallo di responsabilità tra il presidente ucraino Petro Poroshenko e i vertici dei gruppi separatisti (che hanno consegnato le scatole nere del velivolo). Altrettanto velocemente sono però giunte le prime intercettazioni raccolte dall’intelligence ucraina, secondo la quale alcune telefonate inchioderebbero i ribelli.
LE PROVE CONTRO I RIBELLI
Già nei giorni precedenti alla tragedia, il Dipartimento di Stato Usa aveva elencato, in una scheda informativa, una lunga serie di prove che testimonierebbero come Mosca avrebbe offerto il suo appoggio ai separatisti filorussi, formandoli ed armandoli. Tutto ciò, per molti analisti, ha messo Putin con le spalle al muro.
LE PAROLE DI OBAMA
E ieri il presidente americano è tornato a parlare, chiamando il Cremlino ad un atto di responsabilità e ad una presa di posizione netta contro i ribelli filorussi, considerati ormai quasi unanimemente i responsabili dell’abbattimento del volo civile con 298 passeggeri a bordo.
L’APPOGGIO DI CAMERON
Le parole di Obama sono arrivate dopo che anche il premier britannico David Cameron aveva detto che il volo MH17 potrebbe essere stato abbattuto dai separatisti in Ucraina usando un missile SA11, come sostenuto la settimana scorsa dal rappresentante permanente degli Stati Uniti all’Onu, Samantha Power.
LE ALTRE TESTIMONIANZE
Mentre il governo malese chiede chiarezza su quanto accaduto, ad unirsi con Obama al coro di appelli nei confronti della Russia sono stati anche il ministro degli Esteri olandese Frans Timmermans e la sua omologa australiana Julie Bishop.
LE INDISCREZIONI
Il presidente Putin inizia così ad avvertire sempre meno consenso internazionale rispetto alle sue scelte di politica estera in Ucraina. E secondo alcuni media, i leader di Germania, Gran Bretagna e Francia starebbero valutando la possibilità di nuove sanzioni contro la Russia, dopo quelle già comminate nelle settimane e nei mesi scorsi. In alternativa, il presidente francese François Hollande, con Cameron e la cancelliera tedesca Angela Merkel, avrebbero deciso di chiedere a Putin di persuadere i separatisti ucraini a garantire il libero accesso dei rappresentanti dei servizi di emergenza e degli investigatori alla zona del crash del velivolo malese.