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Basta ambiguità sul patto Renzi-Berlusconi. Parla Stefano Folli

Ci vuole più coraggio, ha detto Matteo Renzi di fronte ai dati negativi diffusi ieri dall’Istat. Per Stefano Folli, editorialista del Sole 24 Ore, questo coraggio si traduce politicamente nel costruire un assetto solido ed adeguato ad affrontare la difficile situazione economica. Ecco perché, come ha scritto nel suo punto sul quotidiano di Confindustria, “il patto tra Renzi e Berlusconi va ripensato”.

Ci vuole una nuova maggioranza di governo che includa Forza Italia per affrontare l’emergenza economica?
Deve esserci un chiarimento tra le maggiori forze politiche. Se questo sfocerà in una nuova maggioranza non possiamo saperlo ora, ma è necessario uscire dall’ambiguità. Ieri Renzi e Berlusconi non hanno parlato solo di soglie riguardanti la legge elettorale ma anche di altro, di economia prima di tutto. Del resto, perché no? Se quest’ultima è l’argomento prioritario lo si metta alla luce del sole. Un Paese che prende atto della situazione difficile e la affronta con coesione sarebbe un’immagine positiva da mandare ai mercati e ai partner europei.

Perché secondo lei continua a prevalere l’ambiguità? Per paura delle reazioni dei rispettivi partiti di riferimento che mal digeriscono l’accordo?
La doppia maggioranza ha fatto comodo un po’ a tutti. Essa funziona nelle situazioni ordinarie ma a mio avviso quando le condizioni diventano più gravi le sfumature, le differenze, gli equilibrismi devono venire meno. Bisogna dare l’impressione che il Paese e tutte le forze politiche sono fortemente determinate a lavorare insieme per superare la crisi.

Ma a Renzi non basta il 41% del suo Pd alle Europee per governare?
Mai un risultato elettorale è una garanzia per l’eternità. Esso è un fixing ma non una cambiale in bianco.

Su che cosa in concreto dovrebbero mettersi d’accordo Renzi e Berlusconi?
Il punto principale è il debito pubblico debordante che rende impossibile abbassare drasticamente la pressione fiscale, quando invece servirebbe proprio questo per rilanciare l’economia. Certo, con la recessione, il debito da solo non si riduce ma bisogna intervenire politicamente per liberare le risorse.

Non sarà difficile un accordo sull’economia tra governo e Forza Italia visto che su questo fronte parte del partito, Renato Brunetta in primis, critica ogni minuto il presidente del Consiglio?
Brunetta è sicuramente portatore di una politica economica diversa. Berlusconi lo lascia parlare ma l’ex ministro è il solo a criticare aspramente Renzi. Il resto di Forza Italia è invece molto conciliante con il piano delle sue politiche economiche. Questo è un altro elemento da chiarire. Qual è la posizione di Forza Italia? Quella di Brunetta? O forse quella uscita dall’incontro di oltre tre ore di ieri in cui sembra che i due leader fossero d’accordo su molte questioni? Lo si dica apertamente.

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