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Chi è Marcello Clarich, il nuovo presidente della Fondazione Mps poco gradito a Mansi

Ecco chi è e cosa pensa Marcello Clarich, neo presidente della Fondazione Mps, scelto dalla deputazione generale per il vertice di Palazzo Sansedoni. Ha superato l’altra candidata, la docente di economia aziendale e componente attuale della deputazione generale, Bettina Campedelli, gradita all’ex presidente dell’ente senese, Antonella Mansi. Ha vinto, invece, Clarich su indicazione del comune di Siena e della provincia.

CHI E’
Docente di diritto amministrativo della Luiss, laureatosi a Pisa e ha frequentato la Scuola superiore Sant’Anna. Ha insegnato all’università di Siena come associato e professore straordinario e ordinario fino al 1999. Ha conseguito il Master of Law presso la Harvard Law School, Cambridge, (Ma), Usa (1985). Ha conseguito il dottorato di ricerca in Legislazione e diritto bancario presso l’Università di Siena (1986). E’ stato borsista della Fondazione Von Humbodt a Francoforte sul Meno, Germania (1986) e “research associate” all’Istituto universitario europeo di Firenze (1986). E’ stato docente stabile presso la Scuola superiore della pubblica amministrazione di Roma (1995-1999).

COSA HA FATTO
Dal 2012, su nomina di Bankitalia, ha ricoperto il ruolo di commissario straordinario dell’Istituto per il credito sportivo. Dal 2014 siede nel Cda della Sidief, la società che gestisce immobili di proprietà di via Nazionale. E’ autore di un saggio sull’Autorità garante della concorrenza e del mercato come autorità pubblica indipendente, per Giappichelli oltre al saggio sulle società di mercato e quasi amministrazioni.

FEDERALISMO
Avvocato cassazionista, ordinario alla Luiss di Roma, è autore di numerose pubblicazioni. In qualità di esperto della Pubblica amministrazione si è occupato di federalismo anche da un punto di vita pubblicistico, come ad esempio il saggio su “Federalismo fiscale e federalismo amministrativo”, in cui analizza le norme sul federalismo fiscale ed esamina le interrelazioni con il cosiddetto federalismo amministrativo, ripercorrendo l’esperienza del cosiddetto federalismo amministrativo a Costituzione invariata attuato con legge 15 marzo 1997, n. 59 (riforma ‘‘Bassanini’’) e i provvedimenti attuativi, per poi prendere in considerazione la riforma del Titolo V della Costituzione attuata con la legge costituzionale n. 3 del 2001. In quell’occasione ha osservato anche alcune tensioni latenti nella normativa sul federalismo fiscale e alcuni punti di criticità delle disposizioni sin qui emanate.

Ha scritto per anni sul Sole 24 Ore in particolare sui temi legati alle decisioni delle autorità indipendenti.

PROCESSO AMMINISTRATIVO
Si è distinto per alcune pubblicazioni sul diritto e sul processo amministrativo, nonché proprio sulle Fondazioni bancarie, tra cui un Manuale di diritto amministrativo. Quest’ultimo è stato scritto a quattro mani con Giuliano Fonderico (Ed. Il Sole 24 Ore, 2007) sulla traccia dell’utilizzo limitato del dizionario giuridico a fronte di un più ampio ricorso a studi sistematici che presenta diverse giustificazioni. Una di esse, forse la più importante, è rinvenibile nella metodologia tradizionale ereditata dalla pandettistica. Numerosi i suoi interventi in materia, come quello del novembre 2010 sul giudizio sull’atto e giudizio sul rapporto nel codice del processo amministrativo, in occasione di un Convegno al TAR Lazio.

CONTRATTI PUBBLICI
Nel 2010 ha scritto il commentario al codice dei contratti pubblici, per Giappichelli. La base di partenza è la consapevolezza che negli ultimi anni l’impatto economico della domanda da parte delle pubbliche amministrazioni di beni e servizi necessari per il soddisfacimento dei bisogni della collettività ha raggiunto dimensioni considerevoli. Infatti, tra il 1995 e il 2003 la dimensione economica europea del mercato dei contratti pubblici ha superato il 16% del PIL. Per cui, ha osservato nel volume, l’emanazione del Codice dei contratti pubblici è finalizzata, non solo ad accorpare in un testo unitario la disciplina dei contratti di lavori, servizi e forniture stipulati dalle pubbliche amministrazioni italiane, ma anche stabilizzare la disciplina “in passato oggetto di ripetuti interventi normativi estemporanei”.

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