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Cibo e armi, il doppio binario di Mosca verso l’Asia

Su quali binari si snodano le nuove strategie commerciali e militari russe dopo le conseguenze del caso ucraino? In primis si rafforza l’asse con la Cina e l’intera area asiatica, come dimostrano due fatti, distinti ma paralleli, accaduti nelle ultime ore legati a scelte politiche relative ai prodotti alimentari ed alla tecnologia militare.

CIBO
Il Ministro dello Sviluppo Economico Alexei Ulyukayev ha invitato i Paesi asiatici ad aumentare le loro esportazioni alimentari verso la Russia: il governo cerca in questo modo possibili e valide alternative per ovviare alle sanzioni occidentali, in modo particolare frutta e verdura fresca a cui la Russia risponderà importando noci, carne di manzo, maiale e pollo.

DIVIETI
Il divieto di alimenti provenienti da Stati Uniti, Unione europea, Australia, Canada e Norvegia è stato attuato dal Cremlino all’inizio di questo mese in risposta alle sanzioni occidentali contro l’Ucraina. La mossa ha suscitato forti preoccupazioni per la scarsità di cibo, con il relativo aumento dei prezzi e l’inflazione in Russia, dal momento che il costo dei beni colpiti dal divieto è sensibilmente aumentato nelle ultime settimane. Si veda il caso del pollo congelato (prezzo salito del 4,1%) e della carne di maiale (più 1,6% in due settimane).

ARMI
Nelle stese ore si è svolto un delicato e interessante vertice russo-cinese con i massimi funzionari dei due Paesi impegnati a migliorare ulteriormente i legami militari. Fan Changlong, vice presidente della commissione Cinese militare centrale (CMC) e Valery Gerasimov, Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate della Russia, puntano allo sviluppo congiunto delle relazioni tra i due paesi. Sul tavolo la cooperazione in settori di alto livello come consulenza strategica, esercitazioni militari congiunte e know how militare.

MOSCA-PECHINO
Un asse, quello tra Mosca e Pechino, che già ha prodotto risultati significativi nell’ultimo lustro. Oggi la Cina è disposta a lavorare ancora con la Russia per mettere in pratica il feeling tra i due capi di Stato, al fine di ampliare la larghezza della cooperazione in modo da salvaguardare congiuntamente la stabilità regionale, la pace e lo sviluppo mondiale, come ha detto Fan. Invece Gerasimov ha osservato che dopo questa accelerazione nel campo degli armamenti i rapporti bilaterali tra Cina e Russia sono entrati in una nuova fase, promettendo ulteriori sforzi per portare i legami bilaterali a livelli massimi.

MEETING
Si tratta di una settimana, questa, particolarmente intensa per Gerasimov, atteso da una serie di vertici bilaterali con il Capo di Stato Maggiore Generale dell’Esercito di Liberazione Popolare Fang Fenghui per poi prendere parte alla riunione dei capi di stato maggiore della Shanghai Cooperation Organization (SCO). L’obiettivo? Discutere non solo dei fronti di crisi come quello ucraino e mediorientale, ma anche per ragionare sulle nuove proposte di politiche comuni per la macro regione asiatica.

SCO
Si tratta dell’organizzazione politica, economica e militare fondata nel 2001 a Shanghai da parte dei leader di Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, Tagikistan e Uzbekistan. Fatta eccezione per l’Uzbekistan, gli altri paesi erano stati precedentemente membri della Shanghai Five, fondata nel 1996. Nelle mire della Sco adesso c’è anche l’India, potenziale prossimo membro e già sotto osservazione. Per questo lo scorso febbraio Dmitry Fedorovich Mezentsev, segretario generale dell’Organizzazione, ha visitato Nuova Delhi. All’orizzonte un nuovo e compatto fronte russo-asiatico?

twitter@FDepalo

 


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