L’Italia invierà armi in Irak ai combattenti curdi, impegnati nel nord del Paese a combattere con i miliziani islamici dell’Isis. A stabilirlo sono state le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, approvando in seduta congiunta la risoluzione di maggioranza che la proponeva.
L’APPROVAZIONE DI CAMERA E SENATO
I ministri della Difesa e degli Esteri Roberta Pinotti e Federica Mogherini hanno riferito durante la seduta congiunta delle commissioni, che “l’occupazione di ampi territori di Iraq e Siria da parte delle forze fondamentaliste minaccia seriamente la sicurezza internazionale, come affermato anche dal consiglio di sicurezza dell’Onu”, ha sottolineato Pinotti, mentre il ministro degli Esteri aveva già sottolineato nei giorni scorsi che “è a rischio la vita di civili, cristiani, yazidi, musulmani: è un dovere politico, ma soprattutto morale, rispondere a un dramma umanitario”.
RENZI A BAGDAD
Il presidente del consiglio Matteo Renzi si è recato a Bagdad per incontrare i primo ministro iracheno Haidar Al Abadi e il premier uscente Nuri Al Maliki, sottolineando l’impegno e l’amicizia che legano Unione Europea e Irak, e rimarcando come la ricerca della pace nel Paese è necessaria per la stabilità di tutta l’area. Renzi ha poi sottolineato la necessità dell'”individuazione di una strategia chiara per far uscire l’Iraq da una situazione di violenza”.
L’UCCISIONE DI JAMES FOLEY
Le violenze perpetrate dagli jihadisti a danno delle minoranze religiose, come cristiani e yazidi, hanno scatenato la reazione degli Stati Uniti che, a supporto dei miliziani curdi, hanno portato avanti attacchi aerei nel nord dell’Irak. Ma la decapitazione del giornalista James Foley, comunicata attraverso un video, ha riacutizzato le tensioni, già molto alte.
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IL VIDEO E LE FOTO
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GLI AGGIORNAMENTI
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ANALISI E INTERVENTI
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LE INTERVISTE
Irak, l’Italia e gli Stati Uniti. Parla il generale Tricarico. Di Valeria Covato
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Alessandro Politi: ecco le vere ragioni dell’intervento di Obama in Irak
Dalle parole ai fatti contro la pulizia etnica in Irak. Parla Pier Ferdinando Casini