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De Gasperi e la festa dell’Unità secondo Fioroni

A proposito del sessantesimo anniversario della scomparsa di Alcide De Gasperi, Giuseppe Fioroni(PD) non è da ricovero coatto, ma semplicemente un politico inconcludente che non conosce bene la storia democristiana nè quella del partito in cui milita. Gli consigliamo perciò il silenzio, cosa difficilissima in questo tempo storico per chi non sapendo come far parlare di sè, lancia proposte impossibli, boutade da avanspettacolo per guadagnarsi qualche riga sui giornali. Come si può lanciare l’idea di dedicare la festa dell’Unità, classica kermesse del vecchio partito comunista italiano, e oggi del partito della sinistra renziana, ad Alcide De Gasperi, statista cattolico e democristiano che con K.Adenauer,R.Schuman è stato protagonista nella costruzione del primo embrione di Unione Europea?
Il loro storico impegno non è stato secondario, vollero con tenacia e determinazione il Mercato Europeo Comune, primo passo verso l’Unione Europea. I tre statisti, dopo il secondo conflitto mondiale e la tragica  notte dei totalitarismi, guardarono all’Europa ,libera e democratica, come meta da conquistare.  Germania, Italia e Francia espressero la ferma volontà di costruire e rafforzare un comune sentimento di solidarietà nel Vecchio Continente, affinché gli Stati evitassero ulteriori mortificazioni al rispetto dell’uomo e alla sua dignità di persona.
De Gasperi guardava lontano e nella giusta direzione: una guarnigione costituita dagli eserciti dei paesi della Comunità Europea(CED), con l’avallo della NATO, sarebbe stata una scelta utile e giusta per contrastare eventuali aggressioni, valutata soprattutto la enorme forza militare dell’Unione Sovietica. Lo statista democristiano fino all’ultimo istante della sua vita sperò, invano, che il progetto si realizzasse. Questi brevi ricordi di natura storica bastano per comprendere quale sentimento spingesse gli statisti cattolici ad impegnarsi tanto per la realizzazione del primo embrione di Europa unita. A fondamento del grande e ambizioso disegno vi era quel sentimento di solidarietà fraterna che solo i cattolici potevano mettere in campo. Lo stesso De Gasperi, in occasione della nascita del MEC, Mercato Europeo Comune, spiegò con chiarezza la portata di questa scelta:
“Certo, per l’unità europea lo slargamento del mercato comune è un argomento che offre la sua importanza, ma la libera concorrenza che ne sarebbe la conseguenza presenta anch’essa degli aspetti negativi che possono essere ridotti soltanto dalla forza di un sentimento o di una idea capace di stimolare la coscienza e la volontà. Questo sentimento, quest’idea, appartengono al patrimonio culturale e spirituale della civiltà comune. Se con Toynbee io affermo che all’origine di questa civiltà europea si trova il cristianesimo, non intendo con ciò introdurre alcun criterio confessionale esclusivo nell’apprezzamento della nostra storia. Soltanto voglio parlare del retaggio europeo comune, di quella morale unitaria che salda la figura e la responsabilità della persona umana col suo fermento di fraternità evangelica, col suo culto ereditato dagli antichi, col suo culto della bellezza affinatosi attraverso i secoli, con la sua volontà di verità e di giustizia acuita da un’esperienza millenaria”.
Allora non scherziamo con gli ibridismi e con le stupide contaminazioni.
A Fioroni si chiede:cosa c’entra il Pd, partito di scaturigine comunista, parte importante del PSE, con tutta la vita culturale, religiosa e politica di Alcide De Gasperi, statista cattolico, democristiano e popolare, riconusciuto tale in campo internazionale, ieri e oggi?


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