Non è ancora finita l’azione militare americana per fermare l’Isis e i suoi miliziani. “Tutte le opzioni restano percorribili”, ha dichiarato il segretario alla difesa Chuck Hagel, “anzi gli Stati Uniti metteranno in campo una strategia sul lungo termine, visto che Is rappresenta una minaccia sul lungo termine”. Il segretario alla Difesa ha poi ribadito quanto detto da Obama sulla futura politica americana: Washington continua a impegnarsi per difendere i suoi cittadini in Irak e per aiutare Baghdad a cercare di contenere l’avanzata dell’Is.
SULL’UCCISIONE DI JAMES FOLEY
Il capo del Pentagono è intervenuto anche per parlare del giornalista americano, James Foley, decapitato dai miliziani dopo quasi due anni di prigionia. “L’uccisione di James Foley ha mostrato la brutale e barbarica mentalità dell’ Isis”, ha detto Hagel. Ma un altro tema centrale è stato quello della missione di salvataggio, poi fallita. Perché gli Stati Uniti hanno deciso di rendere pubblica l’azione segreta?: “Diversi media sapevano del raid, così l’amministrazione ha deciso di confermarlo, d’accordo con il Pentagono”, ha detto Hagel.
ASSAD E LA SIRIA
Il numero uno del Pentagono ha poi parlato di Bashar al Assad: in Siria è “lui la parte centrale del problema” ha detto, ricordando che il regime di Damasco sta continuando a combattere contro i ribelli dello Stato islamico che controllano parte della regione a Nord del Paese. Poi ricorda che Washington non scenderà a patti con Damasco per combattere i miliziani sunniti. A proposito di Siria è intervenuto il generale Martin E. Dempsey, il capo di stato maggiore interforze, presente alla conferenza stampa: per “fermare l’ Isil dovremo intervenire anche in Siria”.
IL TERRORISMO È CAMBIATO
Il segretario alla Difesa infine ha parlato di come dall’attacco alle Torri gemelle il terrorismo si sia trasformato: “Il terrorismo non è una cosa nuova, ma Isil è più sofisticato e ha più risorse di qualsiasi altro gruppo visto finora. Non sono solo un gruppo terroristico, vanno oltre qualsiasi cosa noi abbiamo mai visto”, ha concluso Hagel che ha ribadito: “Ci attendiamo che Isil faccia nuovi attacchi”. Ma per ora, anche se tutte le opzioni sono prese in considerazione, sembra che i militari americani non torneranno a combattere sul territorio.