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I dati Istat sulla fiducia dei consumatori? Frutto della mortifera austerità europea

Il nuovo calo della fiducia dei consumatori italiani (quattro punti percentuali di discesa tra maggio e agosto) aggiunge un ulteriore tassello al flusso di informazioni negative sullo stato della congiuntura europea e italiana.

Sono dati di clima di opinione che si riferiscono al terzo trimestre e sembrano confermare che la ripresa europea, se mai c’è stata, si è arenata, mentre l’Italia si muove lungo un profilo di strisciante stagnazione.

I DATI

Nel dettaglio della fiducia dei consumatori italiani, colpisce il forte calo dei giudizi sulla situazione dell’economia (10 punti di caduta tra maggio e agosto), mentre una migliore tenuta è evidenziata da quelli relativi alla situazione personale su cui potrebbe incidere un andamento non più in flessione dei redditi disponibili delle famiglie.

COSA INFLUISCE

Il problema è che sulle decisioni di spesa, in particolare in beni durevoli, influiscono molto le valutazioni complessive sull’economia. Se queste sono negative, sono i risparmi e non i consumi ad aumentare: una tendenza che sembra confermata dal crollo dell’opportunità di acquisto di beni durevoli segnalata nella stessa indagine presso i consumatori (oltre 10 punti in meno rispetto a luglio, 20 in meno rispetto a maggio).

COME INTERVENIRE

Rispetto a queste evidenze è molto in ritardo la presa di consapevolezza da parte dei policy maker europei. Ormai tutti gli analisti segnalano che bisogna intervenire con uno stimolo forte della domanda da realizzare in modo coordinato a livello europeo e mettendo da parte, per una fase, gli obiettivi di consolidamento fiscale. Senza un’azione di questo tipo le prospettive restano quelle di una persistente stagnazione.



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