No, non è tornato del tutto negli Stati Uniti, come pure aveva annunciato in una intervista a Italia Oggi. No, Michele Boldrin – a due mesi dalla scoppola elettorale di Scelta Europea e dalle dimissioni da coordinatore di Fare per fermare il declino – ha ancora la mente sull’Italia e sulle gesta del premier Matteo Renzi. Anche Boldrin, come i suoi compagni di viaggio elettorale alle scorse Europee (i montiani alla Andrea Romano e i tabacciani del Centro Democratico) sta per entrare nella larga e accogliente tenda del Pd? No, tutt’altro.
Secondo quanto si apprende da professori che hanno dato vita e seguito il progetto di Fare fondato tra gli altri da Oscar Giannino e dallo stesso Boldrin, dall’economista turbo liberista che prima di altri dalla esperienza di Scelta Europa ha ammesso la débacle elettorale dello scorso maggio ora arriva una diagnosi e una prognosi, politicamente parlando.
La diagnosi è la seguente, in sintesi. Il Pd di Renzi, che gode dell’appoggio di gran parte dell’establishment capitalistico ed editoriale italiano, e grazie a opposizioni o populiste (stile Fratelli d’Italia o Lega) o cripto governative (tipo Forza Italia), governa con sicumera ma non è in grado di modernizzare davvero l’Italia come pure il leader del Pd dice di voler fare.
La prognosi che l’ex leader di Fare sta condividendo con amici, colleghi e militanti in questi giorni in vista di una riunione (non si sa se pubblica o privata) è pressappoco questa: serve una opposizione radicale e liberale che contrasti e organizzi il versante che si oppone al Pd e a Renzi.
Il progetto in nuce di Boldrin vede nel movimento Italia Unica di Corrado Passera un interlocutore (anche se l’economista critica il leaderismo del movimento passeriano) a differenza dei populisti (come li definisce Boldrin) Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Saranno dunque Forza Italia e la Costituente Popolare fra Ncd, Udc e Popolari di Mauro gli interlocutori dell’ex leader di Fare? Non pare, secondo le parole sferzanti che lo stesso Boldrin riserva a Silvio Berlusconi e Angelino Alfano.
Boldrin solo contro tutti, dunque?