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Lo sapete che la Germania si sta un po’ afflosciando?

In area Euro ieri tassi in generale rialzo, con lieve allargamento degli spread. Questa mattina, l’allargamento è ancora più netto ed evidente, dopo la pubblicazione dei deludenti dati sugli ordini all’industria tedeschi di giugno ed in attesa dei dati sul PIL italiano del secondo trimestre.

I DATI TEDESCHI

Gli ordini all’industria tedeschi sono scesi del 3,2% m/m a giugno, a causa soprattutto del calo della domanda estera (in modo particolare eurozona) di beni capitali. Aumentano pertanto i timori di impatto crescente sull’economia dell’area (e più in particolare su quella tedesca) delle sanzioni imposte alla Russia.

LE ARMI RUSSE

Su questo fronte, oltre all’intenzione di Putin di imporre a sua volta sanzioni alla UE ed agli Usa, da segnalare le indicazioni Nato secondo cui la Russia avrebbe schierato 20.000 truppe ai confini con l’Ucraina, in aumento rispetto alle 15.000 schierate la scorsa settimana. Il totale sarebbe ancora inferiore rispetto alle 40.000 schierate ad aprile, ma l’andamento crescente ha richiamato l’attenzione sulla possibilità di un incremento delle tensioni.

PUTIN SI ACCORDA CON L’IRAN

La Russia ha inoltre annunciato di aver siglato un accordo quinquennale per l’acquisto di petrolio dall’Iran, un accordo del valore di 20Mld$. Il mix di fattori geopolitici e macro stanno inducendo gli operatori ad una atteggiamento di maggior cautela, sintetizzato ieri da Goldman Sachs che ha portato a “neutral” il giudizio sui titoli obbligazionari dell’area periferica.

QUI USA

Negli Usa tasso decennale in calo sulla scia prima delle indicazioni molto favorevoli giunte dall’indice Ism non manifatturiero di luglio (al massimo dal 2005) e poi dall’impatto della notizia della possibile accentuazione delle tensioni in merito al caso Ucraina. Il tasso a due anni ha così raggiunto il minimo da due settimane. La sequenza di buoni dati macro che ha mediamente interessato l’ultimo mese, tende a far aumentare l’attesa per un atteggiamento meno accomodante da parte della Fed. Dall’altro lato le tensioni geopolitiche e le indicazioni ancora contraddittorie sulla presenza o meno di pressioni salariali, tendono a contenere il potenziale di rialzo dei tassi nel breve termine. Diventa pertanto sempre più importante il discorso che la Yellen terrà il prossimo 22 agosto in occasione del simposio del Jackson Hole. Prima di allora saranno altrettanto importanti altre indicazioni che arriveranno dal mercato del lavoro.

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