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Perché il Pil moscio di Berlino lima i tassi anche dei bond di tutti gli altri Stati

In area euro tassi in calo ieri con prosecuzione del trend questa mattina, in modo pressoché omogeneo sia nei paesi core sia per i periferici. La giornata si è aperta oggi con gli attesi dati sul PIL del secondo trimestre in Francia ed in Germania. In entrambi i casi i dati sono risultati al di sotto delle attese, in modo particolare in Germania dove il PIL è sceso dello 0,2% su base trimestrale.

I NUMERI MOSCI DELLA GERMANIA

L’istituto di statistica del paese ha anticipato una contribuzione negativa sia della componente costruzioni sia delle esportazioni nette. I consumi sono invece saliti. Questi dati si aggiungono ai timori di rallentamento collegati all’escalation di sanzioni con la Russia. Il contestuale basso livello di inflazione dell’area rendono più appetibili anche i tassi core agli occhi degli investitori, soprattutto se valutati in termini reali.

GLI EFFETTI SUI TASSI

La conseguenza è facile da immaginare: nuovi minimi storici per i tassi governativi decennali di Germania, Francia, Olanda, Belgio ed Austria. Un’ulteriore conferma di tale trend è infine arrivata ieri anche dalla buona accoglienza della riapertura del decennale tedesco.

TACCUINO GEOPOLITICO

Sul fronte geopolitico da segnalare l’arrivo ai confini dell’Ucraina del convoglio di aiuti umanitari russi che sta rappresentando motivo di ulteriore scontro con l’Ucraina che rifiuta gli aiuti a meno di una distribuzione mediata attraverso l’intervento della croce rossa. In Uk, la presentazione dell’Inflation Report della BoE e la successiva conferenza stampa di Carney hanno comportato un differimento delle attese sul timing del primo rialzo dei tassi, a causa principalmente della perdurante debolezza della dinamica salariale.

QUI STATI UNITI

Negli Usa tasso decennale in calo in prossimità del 2,40%, sulla scia dei deludenti dati sulle vendite al dettaglio di luglio, soprattutto con riferimento al cosiddetto “Control Group”, ossia il gruppo di componenti utilizzato per il computo del PIL. L’andamento dei consumi potrebbe essere il riflesso di una dinamica salariale ancora non in linea con il recupero de mercato del lavoro, in parte a causa ancora dell’elevato numero di disoccupati per un periodo lungo cui si somma l’elevata quota di lavoratori “scoraggiati”.



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