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Ecco come il Portogallo non manda all’inferno il Banco Espirito Santo

Ieri la banca centrale portoghese ha reso pubblico un piano di salvataggio del Banco Espirito Santo che prevede la scissione della banca stessa in due entità. Nella prima (good bank, anche denominata Bridge Bank o ancora Novo Banco) verranno fatti confluire lavoratori, depositi, portafogli crediti non in perdita e titoli senior. La good bank riceverà fondi per 4,9Mld€ dal fondo di risoluzione bancario domestico finanziato dal comparto bancario del paese. Essendo però tale fondo di fatto non capiente, 4,4Mld€ di iniezioni di capitale arriveranno dal governo portoghese che a sua volta prenderà tali fondi attingendo ad una linea di credito che rientra all’interno del programma di aiuti al Portogallo fissato nel 2011.

Tali fondi saranno rimborsati dai proventi che risulteranno dall’eventuale vendita in futuro della banca stessa. Nella seconda unità, la bad bank confluiranno invece i crediti problematici con perdite che saranno accollate agli azionisti ed ai detentori di bond junior. La Commissione Europea, in un comunicato pubblicato questa mattina ha dichiarato che il citato piano risulta in linea con le regole fissate in tema di aiuti di stato UE.


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