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Perché l’Italia armerà i peshmerga curdi contro l’Isis

L’Italia è pronta a fornire armi ai peshmerga curdi per contrastare l’avanzata dei jihadisti dell’Islamic State a nord dell’Irak. Ecco come e perché in una conversazione con Formiche.net da Pietro Batacchi, direttore di Rid (Rivista italiana Difesa).

Che tipo di armi sono quelle che l’Italia invierà in Irak?

Non è ancora chiaro, ma sembra si tratti di armi che l’Italia sequestrò all’inizio delle guerre balcaniche e che si trovano ora stoccate sull’isola della Maddalena.

Possono davvero servire? E a che cosa?

Se gli aiuti che arriveranno possano davvero essere utili lo scopriremo solo quando Europa e Stati Uniti avranno delineato chiaramente la propria strategia per la regione. Che ci sia bisogno di sostegno, invece, è evidente. Il modo in cui l’esercito irakeno è sbandato a nord dimostra che in quell’area, quando eserciti terzi vengono lasciati da soli, non sono in grado di operare in modo efficace.

Quali armamenti possono essere utili ai curdi per fronteggiare l’Isis?

Siamo di fronte a un nemico ben organizzato. Per contrastarlo c’è bisogno di un mix comprendente armi pesanti, supporto alla pianificazione, supporto aereo e ulteriore addestramento. In parte gli Usa hanno già iniziato con l’invio di consiglieri militari e con il supporto aereo che ha consentito di riprendere il controllo della diga di Mosul.

Quale la migliore strategia che l’Occidente può mettere in campo?

Non si può pensare di risolvere la crisi irakena senza includere la Siria. L’Isis è anche un problema di Damasco e non mi stupisce che Assad abbia detto di sì a una collaborazione. Per questo l’Occidente deve andare contro i suoi principi, chiudere un occhio e dialogare con alcuni regimi ancora essenziali per mantenere la stabilità nella regione.

Perché l’Isis è così pericoloso? E di quali armi dispone?

E’ la prima volta che ci troviamo di fronte a un nemico in grado di impiegare allo stesso tempo strategie di tipo convenzionale e asimmetrico. L’Isis è compatto, ben armato (molte le ha sottratte all’esercito irakeno), organizzato militarmente, ricco e usa i media a suo vantaggio. Ha posto rimedio a tutti gli errori commessi negli scorsi anni. E inoltre controlla ormai una vasta porzione di territorio.

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