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Renzi, Mogherini e il risiko delle nomine europee

Sabato 30 agosto si terrà una riunione straordinaria del Consiglio europeo, durante la quale tutte le caselle del puzzle “poltrone europee” dovrebbero essere riempite. La pausa estiva è servita ad alcuni Paesi a ribadire le candidature già avanzate in precedenza, ad altri a tessere quella fitta rete di rapporti necessaria per avere l’approvazione sui propri candidati.

Nel caso dell’Italia, il premier Matteo Renzi ha ufficializzato, con lettera indirizzata al neo-presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, la candidatura di Federica Mogherini come Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza; candidatura che ha sollevato molte polemiche a livello europeo e che prima della pausa estiva registrava l’opposizione di un numero di Paesi sufficiente a poter contrastare la nomina (la cosiddetta minoranza di blocco). Ma su Mogherini c’è – secondo il Financial Times di ieri – il via libera di Angela Merkel, mentre nelle settimane precedenti c’era stato il blocco del no di Polonia e dei Paesi baltici. Ma secondo Ft, Berlino preferirebbe concentrare le energie per impedire che Parigi e Roma riescano a far ammorbidire la disciplina di bilancio. Rispetto alla Mogherini resta comunque l’opposizione di alcuni Paesi, in particolare della Lituania.

A fronte di una posizione critica sulla candidatura della Mogherini – che appare superata – in alcune corti europee invece continuano a circolare il nome di Enrico Letta come Presidente del Consiglio europeo, ma “i bene informati” dicono che il “principale” oppositore a questa candidatura sembra essere il premier Renzi. Ma sulla Mogherini come Lady Pesc, secondo le cronache delle ultime ore, ci sarebbe il sostanziale via libera sia della Germania che della Francia.

Utile specificare che il presidente del Consiglio europeo viene eletto “a maggioranza qualificata per un mandato di due anni e mezzo, rinnovabile una volta” dal Consiglio europeo (Art. 15 comma 5), quindi una eventuale elezione di Letta non pregiudicherebbe l’assegnazione di un Commissario all’Italia (seppur si tratterebbe di una poltrona di secondo piano). Infatti attualmente il Belgio oltre ad avere Herman Van Rompuy come Presidente del Consiglio europeo, ha come Commissario al commercio Karel de Gucht. In altri termini in caso di elezione di Letta, il premier dovrebbe rinunciare alla poltrona di Alto Rappresentante (un posto di prestigio, ma privo di poteri reali) e accontentarsi di un Commissario con un diverso portafoglio.

Nel frattempo la Spagna del premier Mariano Rajoy ha incassato il supporto della Merkel e di altri Leader europei, per la nomina dello spagnolo Luis de Guindos a capo dell’Eurogruppo, posizione sicuramente rilevante visto che l’Eurogruppo è il centro di coordinamento che riunisce i Ministri dell’Economia dei Paesi Membri della UE che adottano l’Euro. Ritornando all’Italia, non dobbiamo dimenticare che qualora la candidatura della Mogherini dovesse incassare il “si” del Consiglio, per diventare Alto Rappresentante dovrebbe “superare la prova” audizione in Parlamento europeo.


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