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È ufficiale: sulla politica estera l’Europa Unita non c’è

Le promesse sono rimaste sulla carta. Ancora una volta, a Bruxelles la politica estera e di sicurezza non si è presentata all’appuntamento. Si dirà che gli strumenti di azione della UE sono in queste materie – specie laddove si parli di armi e di Difesa – ci sono vincoli normativi che appartengono agli Stati nazionali. Eppure, sarebbero potuti bastare alcuni segnali più chiari, più decisi. Invece, nulla. Come nella migliore (?) delle tradizioni, il Consiglio dei governi europei si è limitato a fotografare la situazione esistente e ad esprimere auspici buonisti e politically correct, di quelli che nessuno non sottoscriverebbe. Così è stato anche in questo ferragosto. Su Iraq, Gaza e Libia siamo – ed è una visione ottimista – al “vorrei ma non posso”.

La dichiarazione politicamente più forte è arrivata invece sul caso Ucraina. I fatti della giornata (con la clamorosa incursione di mezzi militari russi nel Paese) non potevano non provocare una reazione netta. Sebbene il ministro degli Esteri italiani, Federica Mogherini, abbia molto ridimensionato la vicenda di cronaca esprimendo tutta la sua (ormai consueta) prudenza, il documento ufficiale varato dai Ventotto parla chiaro. I ministri europei sono “preoccupati sempre più dall’aggravarsi della crisi nell’Ucraina orientale e del suo impatto umanitario sulla popolazione civile” e avvertono Mosca che “ogni azione militare unilaterale da parte russa in Ucraina, sotto qualsivoglia pretesto, incluso quello umanitario, sarà considerata dall’Ue come una palese violazione del diritto internazionale”.

Nel comunicato diffuso si legge che la UE è sempre pronta ad adottare ulteriori sanzioni contro la Russia, “in base all’evoluzione della situazione sul terreno”. Sul piano diplomatico si registra intanto la notizia di un imminente incontro fra i ministri degli Esteri russo e ucraino (in Germania). Per il resto, ognuno per se… Francia, Germania e Inghilterra appaiono su tutti i dossier un passo avanti agli altri. Sulla Libia potevamo forse marcare noi una differenza ma invece nulla, con anzi una dichiarazione ufficiale – e non poco beffarda – in cui la UE ribadisce il suo impegno sul controllo delle frontiere… Ovviamente, della richiesta di intervento formulata dal tanto omaggiato Parlamento libico non c’è alcun riscontro. Invece, i Ventotto plaudono alla scelta del nuovo inviato speciale dell’ONU. Come anticipato da Formiche.net, si tratta di Bernardino Léon.

Cos’altro aggiungere? Non è questa l’Europa che meritiamo (e che paghiamo così profumatamente, anche in termini di contribuzione diretta).



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