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Apple iPhone 6 e iWatch sono davvero innovazioni rivoluzionarie?

Gli iPhone 6 sono serviti. Arrivano i nuovi device della Mela con schermi “grandi”, da 4,7 pollici e 5,5 pollici, nonché l’attesissimo orologio intelligente, l’iWatch. Come cambierà ora il mercato hitech?

LO SCHERMO DIVENTA LARGE

Il Ceo di Apple Tim Cook li ha definiti “senza dubbio, gli iPhone migliori di sempre”. Design curvo, schermi Retina Hd di nuova generazione ultra-piatti sono le caratteristiche di iPhone 6 e iPhone 6 Plus. Oltre al fatto, naturalmente, che Apple ha deciso di sposare in toto lo schermo “grande”, quasi un phablet. Chi vuole iPhone più piccoli deve optare per i vecchi modelli: la Mela oggi abbraccia la filosofia dello schermo “large”. Perché così con lo smartphone si può fare davvero di tutto: applicazioni evolute, video, pagamenti (entrambi i modelli supportano la tecnologia Nfc e il sistema “Apple Pay”). Apple ha anche presentato il suo primo device indossabile, l’iWatch, su cui c’è stata tanta attesa e su cui le perplessità non si sono del tutto fugate, ma l’introduzione di un wearable era obbligata per la Mela che così può competere con Google Android Wear e molti altri device indossabili già in commercio. Le vendite degli iPhone iniziano il 19 settembre (negli Usa e altri otto Paesi, tra cui Germania e Francia, non ancora in Italia) a un prezzo di partenza di 199 dollari per l’iPhone 6 da 16GB per arrivare a 399 dollari per 128GB. Il 6 Plus parte da 299 dollari per 16GB e arriva a 499 dollari per 128GB. Per iWatch occorre aspettare l’inizio del 2015; costerà 349 dollari.

LE CARATTERISTICHE TECNICHE: VERA RIVOLUZIONE?

Le caratteristiche tecniche dei nuovi iPhone sono tutte migliorate. Sensori più evoluti, nuovo processore A8 che permette velocità di elaborazione del 25% maggiori, capacità di catturare video potenziate, durata della batteria leggermente più elevata (10 ore più del modello precedente di autonomia nel parlare e un’ora in più nella navigazione wi-fi per l’iPhone 6; qualcosa di più per l’iPhone 6 Plus). Il Plus innova anche la tecnologia touch con una nuova capacità chiamata reachability che rende più immediato raggiungere gli elementi in cima alla schermata.

L’impressione di alcuni osservatori è che le innovazioni tecniche di Apple non siano però rivoluzionarie, ma piuttosto portino l’iPhone al passo con le aspettative degli utenti e con quello che già si vede in alcuni dei modelli dei concorrenti. Al tempo stesso è chiaro che Apple ha voluto rendere gli iPhone 6 a tutti gli effetti dei mini-computer e per questo è dovuta scendere a qualche compromesso. Per esempio lo schermo più grande, con risoluzione e illuminazione migliori, è ideale per chi vuole leggere le email, scrivere o guardare foto, ma rende gli iPhone meno “tascabili” e “usabilii”, perché è meno facile cliccarci con un solo dito raggiungendo tutto lo schermo: di qui la tecnologia della reachability, che permette di ridurre le dimensioni della schermata e renderla a portata di pollice. Un altro nodo potrebbe essere la durata della batteria: uno schermo grande, con tante app, succhia più energia e i piccoli miglioramenti alla durata della batteria introdotti da Apple potrebbero non essere sufficienti.

GLI ANALISTI: “IPHONE 6 DA RECORD”

Ma lo scetticismo di qualche giornalista non viene condiviso dagli analisti, tutti entusiasti sui nuovi iPhone. Katy Huberty di Morgan Stanley ritiene che gli iPhone vedranno crescere le vendite dell’11% nel 2015. Gene Munster di Piper Jaffray si aspetta 6,5 milioni di pezzi venduti solo nel primo weekend: i punti di forza del nuovo iPhone sono proprio lo schermo grande unito al design piatto e leggero. Per Frank Gillett di Forrester i nuovi iPhone potenziano la “mobile app experience”; Rob Cihra di Evercore li ritiene vincenti anche perché sono device ancora più “personali” e prevede vendite di 37 milioni di iPhone a settembre e di 62 milioni di unità a dicembre. Gli analisti di Barclays ritengono addirittura possibile che l’iPhone 6 raggiunga le 10 milioni di unità vendute nei primi tre giorni sul mercato. Citi Research prevede per l’iPhone 6 vendite record di 140 milioni di pezzi nei primi 12 mesi.

I NUOVI IPHONE CREANO NUOVI MODELLI DI BUSINESS

Apple ha abituato investitori, consumatori e analisti a innovazioni che lasciano il segno, gadget che creano un mercato e totalizzano vendite-record in pochi giorni. Il lancio dei nuovi iPhone 6 con schermi più grandi e del primo device indossabile di Apple lancia un segnale: Apple c’è, crea sempre qualcosa di nuovo. Ma serve anche a gettare le basi per la Mela di nuovi possibili modelli di business che garantiscono all’azienda di Cupertino nuove fonti di guadagno.

Oggi Apple è sostanzialmente una società hardware, ma nel futuro Apple vuole guadagnare di più da software e servizi. Gli schermi dei cellulari più grandi potranno dare spazio proprio ad applicazioni a più alto valore aggiunto e a una crescita del business software di Apple. L’analista di Macquarie Ben Schachter commenta: “Con gli schermi più grandi dell’iPhone 6, la sua velocità maggiore, le capacità Nfc per i pagamenti mobili e sensori migliorati, è ovvio aspettarsi che l’utente possa sfruttare meglio una serie di applicazioni non adatte agli schermi piccoli. E dato che Apple è riuscita a vendere 10 miliardi di dollari di app nel 2013, il 75% delle quali erano semplicemente giochi per schermi di dimensioni ridotte, pensiamo che i nuovi hardware e sensori consentiranno l’uso di software e servizi migliori che alimenteranno una crescita dei guadagni”. Un altro settore dove Apple spera di allargarsi è quello delle imprese, dove si è già alleata con Ibm: gli schermi grandi servono proprio ad attrarre gli utenti enterprise. Ancora, i nuovi device Apple, compreso quello indossabile, supporteranno i pagamenti mobili e la tecnologia Nfc per i pagamenti contactless e Apple potrebbe aggiungere al suo mix di entrate anche le commissioni sulle transazioni del commercio elettronico. Infine, Apple si sta garantendo una copertura su una gamma molto ampia di device – desktop, tablet, telefoni, phablet, Tv, orologi smart – che le permettono di offrire agli inserzionisti programmi sempre più appetibili e di far salire di conseguenza le sue entrate dalla pubblicità. Proprio sui phablet qualcuno ipotizza che Apple potrebbe ora scatenare una nuova competizione, come ha fatto per i tablet, e far decollare un mercato che ancora muove i primi passi.

IWATCH TRA QUALCHE PERPLESSITA’

Apple Watch è il device più personale che abbiamo mai creato”, ha dichiarato il chief executive Tim Cook. “E’ anche un device completo per il monitoraggio della salute e del fitness ed è preciso, sincronizzato con Internet, accurato entro i 50 millisecondi”. La user interface è tutta nuova, diversa da quella degli iPhone, ma si collega agli iPhone 5C, 5S e ai nuovi iPhone 6 e 6 Plus e permette agli utenti di dettare messaggi tramite un microfono. Lo schermo è touch e waterproof. Apple non ha parlato di durata della batteria ma ha detto che l’iWatch andrà ricaricato ogni sera.

Le sensazioni suscitate dall’iWatch sono in chiaro-scuro: dalla standing ovation all’evento di lancio di ieri a qualche perplessità della stampa italiana ed estera. L’impressione è che non c’è niente che questo device possa fare che già non sia possibile con lo smartphone. A che cosa servirebbe dunque? Ciò non vuol dire che il gadget sarà un fallimento: Apple è abituata a rendere indispensabile il superfluo. Più probabilmente, occorrerà tempo per raggiungere il successo di massa: Citi prevede vendite per 4,2 miliardi di dollari per l’iWatch nel primo anno, il che rappresenta appena il 2% delle attuali revenues di Apple e l’1% degli utili; i guadagni dell’iWatch dovrebbero poi salire a 6 miliardi di dollari nel 2016, pari al
 3% delle vendite totali della Mela.

Ma il peso di Apple è tale che il solo annuncio dell’arrivo del suo device indossabile ha già modificato le dinamiche sul mercato della tecnologia wearable. Forrester Research pensa che Apple venderà 10 milioni di iWatch nel primo anno, il che rappresenta più di quanto tutti gli altri produttori di braccialetti smart abbiano venduto finora, compresi Nike (Fuelband), Samsung (Gear), Fitbit e Jawbone. Morgan Stanley addirittura suggerisce tra 30 milioni e 60 milioni di iWatch venduti nel primo anno. I concorrenti di Apple saranno automaticamente spinti a innovare e commercializzare i loro prodotti in modo più aggressivo e il mercato si svilupperà enormemente giungendo a un valore, secondo gli analisti della banca di investimenti Cowen, di 170 miliardi di dollari entro il 2020. Apple ne diventerà subito leader, secondo gli analisti di Forrester; Google e forse Amazon seguiranno da vicino, ma tutti gli altri saranno distaccati.



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