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Chi sono e a cosa mirano i jihadisti di Khorasan

Non c’è solo al-Qaeda a turbare le notti dell’intelligence americana. E non è solo l’Islamic State a impegnare il Pentagono, intento a delineare una strategia per annientare il Califfato del terrore.
Una nuova minaccia meno nota, ma altrettanto insidiosa, fa capolino in Medio Oriente: il suo nome è Khorasan.

CHE COS’È

Nella pioggia di bombe contro l’IS che si è abbattuta nelle scorse ore sulla Siria, ad essere colpito è stato anche questo gruppo, tra cui si conterebbero circa 50 decessi. La cellula è composta da veterani del nucleo fondato da Osama bin-Laden, riunitisi sotto la sigla Khorasan.
A parlare per primo pubblicamente della minaccia è stato la settimana scorsa il direttore per la sicurezza nazionale statunitense, James Clapper, ripreso dal New York Times.

In Siria, spiega un report dell’Ispi, Khorasan costituisce “un gruppo di appoggio a Jabhat al-Nusra. Stando a fonti statunitensi, il nucleo “avrebbe legami anche con al-Qaeda nella Penisola Arabica (Aqap), il gruppo affiliato ad al-Qaeda attivo in Yemen. Di quest’ultimo fa parte Ibrahim al-Asiri, considerato il più importante fabbricatore di esplosivi della galassia qaedista: quest’ultimo elemento ha messo in allarme l’intelligence statunitense“.

IL NOME E LE RADICI

Il gruppo, il cui nome “deriva dalla regione storica che comprendeva parte degli attuali Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan e Afghanistan, – prosegue il dossier – avrebbe le proprie radici proprio in Iran e, attualmente, è composto da jihadisti provenienti dal Pakistan e dall’Afghanistan, ma anche da alcuni Paesi occidentali“.

IL LEADER

A capo del Gruppo – rileva il britannico Guardian – ci sarebbe Muhsin al-Fadhli (nella foto), kuwaitiano di 33 anni ed ex capo del network di al-Qaeda in Iran. Poco noto ai media occidentali, sarebbe entrato giovanissimo nell’organizzazione, divenendone in poco tempo un esponente di primo piano.

STRATEGIE DIVERSE

A rendere pericoloso Khorasan, rimarcano gli esperti, c’è la sua missione. Esattamente come verificatosi in Afghanistan prima dell’attacco alle Torri Gemelle, il gruppo approfitterebbe della libertà di movimento nel territorio di Damasco per addestrare potenziali jihadisti. A differenza dello Stato Islamico, che ha come strategia quella di combattere sul campo, la frangia qaedista punta sul reclutamento di terroristi con passaporto occidentale, i cosiddetti foreign fighters, da impiegare – sottolinea Arab Times – per attentati in Europa e in America diretti concentrandosi in particolare sui mezzi di trasporto pubblici
come treni ed aerei.

L’ATTACCO SVENTATO

Nel frattempo le agenzia di sicurezza degli Usa, anche a seguito di una circolare diffusa dall’Fbi, sono in stato d’allerta per il rischio di attacchi da parte di “lupi solitari”, moltiplicatosi dopo l’inizio dei bombardamenti in Siria.
Proprio nelle scorse ore – ha rilevato la CNN – uno dei progetti di Khorasan di attaccare obiettivi statunitensi è stato sventato. Il piano, che è stato scoperto dall’intelligence la scorsa settimana, prevedeva l’uso di una bomba artigianale ma efficace, costruita con materiale non metallico, contenitori per dentifricio e abiti impregnati di materiali esplosivi. L’obiettivo: far saltare in aria velivoli occidentali.



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