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Il Corriere della Sera silura pure Della Valle

Prima uno sganassone indiretto all’azionista Fiat. Poi una sberla diretta al socio Diego Della Valle.

Si è mai visto un quotidiano che sballotta i propri azionisti a colpi di editoriali e corsivi? No, non si è mai visto. Ma ora si vede: è il Corriere della Sera diretto da Ferruccio de Bortoli.

Pur essendo a bagnomaria (o forse proprio per questo…) de Bortoli, in uscita dal prossimo aprile dalla direzione del quotidiano di via Solferino con in tasca una buonuscita di 2,5 milioni di euro, si sta concedendo libertà inedite.

Basti ricordare l’editoriale della scorsa settimana, in occasione del lancio del nuovo Corriere, rivisto graficamente. Una staffilata al premier Matteo Renzi (tanto che Leo Soto su Formiche.net ha scritto che il Corsera ha rottamato il premier), e una scudisciata indiretta alla Fiat di John Elkann e Sergio Marchionne, che ha accolto in pompa magna il presidente del Consiglio a Detroit sommergendolo di elogi, mentre nel commentare l’editoriale di de Bortoli il capo azienda del Lingotto ha detto che il quotidiano di cui è azionista quasi non lo legge…

Dopo aver sistemato l’azionista Fiat, oggi il Corriere della Sera tratta senza guanti di velluto l’altro socio del bizzoso condominio denominato Rcs. A Diego Della Valle che sta meditando di occuparsi direttamente di politica, tanto da stilare una lista di potenziali ministri di un fantomatico governo che sottoporrebbe – in una sorta di film di fantapolitica? – al presidente della Repubblica, oggi il quotidiano diretto da de Bortoli affida alla penna di Pierluigi Battista un corsivo in cui stronca con garbo ma con nettezza la potenziale discesa in campo di un altro imprenditore…

Ecco il testo del corsivo di Battista e di seguito gli approfondimenti di Formiche.net sul Corriere della Sera tendenza de Bortoli:

L’imprenditore che scende in campo è stato una cruciale figura di successo della Seconda Repubblica. Ora che questa è in agonia, è non è detto che stia sorgendo l’alba della Terza, la tentazione ricorrente dell’imprenditore che si «butta» in politica offre solo la sensazione del déjà vu. E nemmeno, con ogni probabilità, baciata dal successo. 

Si è già visto, con Berlusconi nella stanza dei bottoni, quanto sia stato frustrante immaginare che lo Stato potesse essere gestito come un docile consiglio d’amministrazione. Ma almeno Berlusconi aveva una potenza straordinaria nella costruzione del consenso, un fiuto per la dimensione «popolare» che è uno degli ingredienti indispensabili nelle moderne democrazie elettorali in cui l’immagine e i simboli contano in misura decisiva.

Adesso imprenditori e banchieri affollano la scena con ambizioni di leadership politica. Ma la leadership politica ha una sua grammatica. Il consenso è diverso dalla cooptazione. Il successo imprenditoriale non è necessariamente la patente che crea un leader obbligato a misurarsi nelle campagne elettorali, convincere, sedurre, rappresentare interessi, parlare al cuore e alle teste dei cittadini.

Ma mentre è virtù civica partecipare alla discussione pubblica, criticare, pungolare i pubblici poteri, denunciare ciò che non va, proporre soluzioni, offrire una sponda di elaborazione culturale, giocare un ruolo nell’opinione pubblica, persino assumere responsabilità di governo (di una metropoli, come la Moratti, o di una Regione, come Soru), l’idea «imprenditoriale» di sostituirsi alla politica si è logorata nel tempo.

Luca Cordero di Montezemolo, che pure ha a lungo accarezzato la voglia di «scendere in campo», lo ha capito tempestivamente. Corrado Passera invece no. E di Diego Della Valle i retroscena raccontano, non smentiti, una tentazione politica impellente e appassionata.

Robert Musil ha narrato nell’Uomo senza qualità le velleità politiche del magnate dell’industria Arnheim nella costruzione di una maestosa «Azione Parallela». Finì male: facile profezia.

ECCO TUTTI GLI APPROFONDIMENTI DI FORMICHE.NET SUL DE BORTOLI DELLA SERA:

Renzi, Della Valle e D’Alema, avanti tutta verso il ridicolo. Il commento di Michele Arnese

Il Corriere della Sera, la massoneria, Renzi e de Bortoli. Solo opinioni? Il corsivo di Michele Arnese

Il Corriere, il gigante de Bortoli e i bla-bla di Renzi. L’analisi di Gianni Gambarotta

Tutte le letture dell’editoriale anti-Renzi di de Bortoli. L’articolo di Fabrizia Argano

Perché è il Quirinale il vero obiettivo del Corriere della Sera. Parla Petruccioli 

Convergenze parallele fra Passera e de Bortoli? L’articolo di Edoardo Petti

Il Corriere della Sera, ecco i mea culpa di de Bortoli oltre l’affondo su Renzi. L’articolo di Edoardo Petti.

Il Corriere anti Renzi fa bisticciare Marchionne con de Bortoli. Il commento di Francesco Damato

Vi spiego perché (forse) il Corriere di de Bortoli sculaccia Renzi. Parla Giancarlo Galli

Tutti i perché della sciabolata di de Bortoli a Renzi. L’articolo di Fabrizia Argano

Marchionne e Della Valle, lo stucchevole scontro fra capitalisti. Il corsivo di Michele Magno

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