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Ncd e Udc, ecco il vero nodo della Costituente popolare

Costituente popolare, do you remember? Dopo la speranzosa festa dell’Udc che portava il suo nome e le dichiarazioni entusiaste dei suoi principali esponenti, della creatura che dovrebbe unire Ncd, Udc, Popolari per l’Italia e parte di Scelta civica si sono perse le tracce. In realtà, il lavorìo continua.

IL RADICAMENTO SUL TERRITORIO

Giovedì scorso, per esempio, si è riunito nuovamente il coordinamento dell’intergruppo con tre punti all’ordine del giorno: un “tavolo delle regole”, coordinato da Dore Misuraca che dovrà definire lo statuto nazionale e quelli territoriali del nuovo soggetto; direttivi a livello regionale e provinciale da costituire entro la metà di ottobre; un gruppo di lavoro per una lista unitaria in Calabria composto da Gianni Bilardi e Tonino Gentile di Ncd e Franco Talarico e Gino Trematerra dell’Udc.

LE RASSICURAZIONI DI NCD
Alle richieste di accelerazione sul progetto arrivate da Udc e Popolari, sono arrivate tramite Formiche.net rassicurazioni di Ncd sia da parte del coordinatore nazionale Gaetano Quagliariello, “per dare un futuro alla nostra area politica abbiamo compiuto scelte difficili e dolorose, figuriamoci se intendiamo fermarci ora”, sia da parte di un esponente di spicco come Fabrizio Cicchitto, “bisogna fare ogni sforzo per dar vita alla Costituente popolare”.

UNA COSTITUENTE NCD-CENTRICA
Il problema, si nota dialogando con ambienti vicini a Ncd, è che gli alfaniani tendono a immaginare una creatura Ncd-centrica tanto da chiamarla eloquentemente Ncd più che Costituente popolare. Ciò ovviamente suscita malumori tra gli altri componenti del futuro partito che non vogliono fare da figuranti.

LA VERA SCOMMESSA
La scommessa a cui la Costituente popolare è chiamata però è quella di buttare dalla finestra la logica del bilancino. E affrontare la vera domanda su cui si basa la riuscita del nuovo soggetto, elettoralmente parlando: come differenziare la propria offerta politica da quella del governo Renzi? L’istrionico presidente del Consiglio non si lascia fermare dai tradizionali steccati a sinistra e cavalca senza paura cavalli di battaglia tipici del centrodestra come la riforma in senso liberale del mercato del Lavoro e la Giustizia. Il feeling nel centrodestra è così forte, l’infatuazione berlusconiana insegna, che sembra suscitare nuovi adepti renziani anche nelle file di Ncd.

L’azione del premier lascia spiazzati i suoi alleati di governo che vorrebbero essere le sentinelle della maggioranza su certi temi ma sono consapevoli che di fatto con Renzi non ce n’è bisogno. Nel nuovo schema della politica che non vede più sinistra vs. destra ma innovatori vs. conservatori allora, bisogna trovare nuovi argomenti per costruire l’identità di questo spazio politico. Su questo, più che sulle poltrone, dovrebbe concentrarsi il lavorìo della Costituente popolare.


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