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Ecco come sarà il futuro dell’Aeronautica. Parla il generale Preziosa

“Da 15 a 100 chilometri nell’atmosfera c’è poco, ci servono motori e ipervelocità. Dobbiamo pensare oggi i sistemi che ci andranno, perché una parte del nostro futuro risiede là e dobbiamo perseguirlo con lo sviluppo di nuove tecnologie”. Così il generale Pasquale Preziosa, capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare, parlando ieri, a Roma, alla decima edizione del nanoforum, il meeting dedicato alle micro, nano e avanzate tecnologie, che ha visto la partecipazione di esperti dei settori coinvolti, compreso quello aerospaziale. “Tra 10 anni – ha detto Preziosa – quello che abbiamo oggi sarà preistoria. In campo militare sperimentiamo ogni giorno nuove tecnologie aeronautiche che, con la fisica, devono andare oltre quest’ultima e spingersi avanti”. “E’ tempo  – ha detto – di correre veloce”.

GLI SCOPI DEL NANOFORUM

Nanoforum nasce al Politecnico di Milano 10 anni fa e si sviluppa con interventi dei più autorevoli esperti italiani e keynote speakers. Il progetto – al quale hanno partecipato per la parte dedicata all’aerospazio e alla robotica l’università La Sapienza (che lo ha ospitato), Tor Vergata, l’Aeronautica, Enac, Wass, Aeronautical Services, Alenia Aermacchi e AgustaWestland – ha l’obiettivo di far incontrare ricerca e impresa, affinché il lavoro della prima (pubblica e privata) possa tradursi in un vantaggio tangibile, grazie a partnership, brevetti, consulenze e concreta innovazione. “Il futuro – ha detto il capo di SMA – passa per le Università, i centri di ricerca. Oggi serve piena sinergia tra il sapere, l’industria che lo sviluppa e la Forza Armata che lo utilizza. In questa sinergia c’è il nostro Rinascimento”.

LE APPLICAZIONI

L’applicazione di materiali nanostrutturati nel settore aerospaziale ha un grande potenziale, rilevano al convegno, anche in Italia. Il loro utilizzo potrà in futuro ridurre ad esempio il peso dei velivoli, quindi aumentarne la velocità, e potenziarne al contempo la sicurezza, grazie ad una maggiore flessibilità. La loro producibilità è simile a quella dei materiali compositi in uso adesso, ma il risultato per prestazioni nettamente superiore. Inoltre, le nano particelle applicate ai compositi ridurrebbero i costi di assemblaggio e i tempi di arrivo alla fase prototipale. “Il settore – si rileva in uno dei panel – è molto promettente per l’industria nazionale, piccole e medie imprese incluse. La crescita stimata è del 15% all’anno nel giro dei prossimi 10 anni”.

FOCUS SUGLI UNMANNED

Nel militare, uno dei campi applicativi a cui è molto interessata l’Aeronautica, è quello dei velivoli a pilotaggio remoto di categoria superiore ai 500 kg per missioni ISTAR (intelligence, surveillance, target acquisition, and reconnaissance), quindi resistenza, quote elevate e payload flessibili. I futuri unmanned dovranno poter volare in ambienti ostili (non permissivi), essere basso osservabili e diventare dei sensori, collegati cioè con le altre piattaforme aeree, terrestri e marittime (la cosiddetta net-centricità). “L’introduzione delle nano particelle nei nuovi materiali – si sottolinea a Roma –  può rappresentare la soluzione ideale e nazionale ad alcune delle problematiche attuali”.

I PRIMATI ITALIANI NEL SETTORE

Tutte queste tecnologie potrebbero trovare applicazione in un nuovo velivolo a pilotaggio remoto, dove l’esperienza dell’AM è elevata, compresa la parte relativa alla certificazione. E proprio l’“airworthiness” è stata oggetto, sempre oggi, di un altro importante incontro internazionale. Al Centro Alti Studi per la Difesa (Casd) si è tenuto infatti il Mawa (Military Airworthiness Authorities) Forum, mirato all’armonizzazione a livello europeo delle certificazioni in ambito militare. “E’ stato molto importante farlo in Italia – ha detto in proposito il capo di SMA  -, perchè siamo stati i primi ad implementare una regolamentazione per il volo dei velivoli a pilotaggio remoto negli spazi aerei controllati, che ci ha consentito di fare addestramento e di impiegare operativamente questi nuovi assetti”.  “Tutto questo – ha aggiunto Preziosa – ci ha consentito di avere un centro Nato dedicato agli APR su Sigonella, dove il traffico civile e quello militare sono in grado di poter operare senza alcuna limitazione”.

INTERESSE PER L’UNMANNED DI PIAGGIO

Guardando al futuro in questo particolare ambito, il generale Preziosa ha poi spiegato che l’AM sta lavorando alla regolamentazione per il velivolo unmanned di Piaggio Aero P1.HH. “L’assetto  – ha detto il capo di SMA – avrà capacità e sensori adeguati alla completa integrazione con il traffico civile, senza perdere di vista la cyber resilience”. Intanto, il programma finora a livello di dimostratore tecnologico prosegue veloce. “Del velivolo – ha spiegato Preziosa –  si stanno assemblando i primi esemplari e si stanno sviluppando contemporaneamente gli equipaggiamenti di bordo”. “In questo momento – ha aggiunto – siamo al livello di selezione dei payload necessari  a  missioni ISTAR armate, dove risiede tutto il concetto dell’air power”. Nei piani dell’AM il velivolo dovrebbe andare a sostituire i Predator, sia per la parte difesa che per l’homeland security.


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