“Trattare con la vecchia coalizione”. Non è proprio una ventata di novità il messaggio con cui apre la conferenza stampa sulle Regionali Altero Matteoli. L’ex ministro dei Trasporti, presidente della Commissione istituita ad hoc da Forza Italia per trattare con le altre forze di centrodestra, ripropone lo schema di alleanze dell’allora Pdl e prima ancora della Casa delle libertà come ricetta per il prossimo appuntamento elettorale e per una futura intesa a livello nazionale.
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Una maxi coalizione d’antan che vada da Ncd a Lega e Fratelli d’Italia quella su cui punta il partito di Silvio Berlusconi per battere il centrosinistra renziano. E poco importa se ci sono distanze che paiono incommensurabili su alcuni punti, come immigrazione ed Europa. E se il segretario della Lega Nord Matteo Salvini ha già fatto sapere che “la porta per Ncd è chiusa”.
Gli elementi di coesione, spiega Renato Brunetta, componente della commissione insieme a Giovanni Toti, Paolo Romani e Denis Verdini, “sono molto forti nel centrodestra. La sicurezza, il lavoro, la giustizia, la politica estera, la riduzione della pressione fiscale sono tutti contenuti politico-programmatici condivisi. Le differenze sono di gran lunga inferiori rispetto a quelle tra le varie anime del Pd”.
L’idea è quindi quella di ricomporre i cocci infranti del polo moderato che in questi mesi non si sono risparmiati veleni e accuse reciproche. Meglio mettere nel cassetto, suggerisce Toti, personalismi e rancori e con “un approccio pragmatico far prevalere ciò che unisce”. Lo slogan, annuncia Brunetta, è “uniti si vince e si fa il meglio per il Paese”, anche se il rischio mettendo insieme i vari pezzettini senza dare al progetto uno spirito nuovo sia più quello che “uniti si perde”, come ha spiegato a Formiche.net l’esperto dell’Udc Francesco D’Onofrio.
Un pacchetto prendere o lasciare, avvisa Matteoli, perché “non facciamo accordi a macchia di leopardo, queste geometrie non ci interessano. L’accordo si fa dappertutto, in tutte le regioni, o niente”.
Poco spazio agli svolazzamenti di Raffaele Fitto pro primarie. Matteoli che si è detto “nettamente contrario” a questo tipo di selezione della classe dirigente, ha spiegato che il primo obiettivo sarà “individuare il candidato senza primarie, ma non ci impicchiamo al ‘no’ preventivo allo strumento”.
Un primo incontro con l’ex governatore pugliese è avvenuto sabato ma comunque la linea non lascia sconti: non saranno le Regioni a decidere ma ci sarà una forte impronta del partito. “Saremo noi a decidere, dove per noi intendo il partito nazionale e gli amici degli altri partiti”. Insomma la Troika che non avrebbe dovuto prendere da sola tutte le decisioni secondo Fitto si sta materializzando nella sede di piazza San Lorenzo in Lucina. Anche se Toti ironizza: “Non è una Troika, siamo in 5 o 6”.