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La “discontinuità” di Mattia Malgara spaventa più il cdx che la sinistra

Mi candido a sindaco di Venezia, unirò il centro-destra”. Una scelta che parte dalle richieste della gente comune. Così ha tuonato sulle pagine dei principali quotidiani locali Mattia Malgara (nella foto durante un intervento video quest’anno ad “Omnibus”), 40enne imprenditore del settore alimentare, con un nome importante legato al colosso “Chiari e Forti”.

Nemmeno lo spazio di un giorno e sono arrivate, a vario titolo, le risposte di alcuni esponenti del cdx veneziano (e non solo). I più “educati” gli hanno simpaticamente risposto che non si fa politica “auto-candidandosi”. Perché le modalità per essere scelti come candidato sarebbero altre (quali però non è dato sapere).

Sarà tutto vero, resta il fatto però che il “democratico” centro-destra italiano non fa le “primarie” neppure per sbaglio e quindi tutto rimane “stranamente” legato alle scelte delle rispettive segreterie, che non vedono l’ora di puntare o scommettere su nuovi volti come Malgara, che, chiaramente, rappresenta il civismo veneziano e che ha la sana ambizione di presentarsi per cercare di cambiare un modo di fare politica nell’area metropolitana di Venezia.

Se essere civici è una colpa (che poi non si capisce quale sarebbe nel concreto), a leggere alcune dichiarazioni di esponendi del cdx, allora vuol dire che questa area politica è ormai in un “cul de sac” vecchio e obsoleto. Ha ragione per esempio Lorenzo Castellani (blogger di Formiche.net) a voler organizzare nel prossimo autunno una Leopolda di Centro-Destra.

Non c’è voglia infatti di un rinnovamento reale, al di là delle dichiarazioni di rito fatte ad hoc per i giornali, che, ormai, non fanno un’analisi politica “critica” neppure a pagarli (nonostante costino anche 1 euro e 30 centesimo).

Se questa, quindi, è la reazione del cdx fa bene il giovane Malgara (che si è presentato di recente anche alle Europee nella lista di FI) a candidarsi con un programma concreto e a parlare in modo diretto ai cittadini veneziani.

Deve andare avanti anche sfidando l’indifferenza di un’area politica (quella del centro destra) incapace, almeno per il momento, di rinnovarsi e di fare un profondo esame critico del suo presente/futuro.

Bravo Mattia Malgara, almeno è un coraggioso e sta iniziando a creare “discontinuità” in un contenitore politico che sarebbe capace di presentarsi con gli stessi uomini e donne (come politici) sul territorio di Venezia anche nei prossimi 20 anni.

Un territorio, dove sinistra e destra hanno responsabilità politiche grandi come palazzi. Quindi serve un cambiamento radicale e una ventata di civismo forte e innovatrice. Speriamo che la gente sostenga concretamente Malgara il “civico”, perché un’altra caratteristica della politica di questi tempi (grillini a parte), è quella di criticare, strapparsi le vesti, protestare, ma arrivati a un metro dell’urna entra nel sangue dell’elettore medio italiano il “virus” del “tengo famiglia”. Virus endemico difficile da estirpare forse anche più rispetto ad un certo modo di fare politica in Italia sia a destra che a sinistra.

 

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