Che cosa si direbbe se il Pd diffondesse sondaggi di opinione per mettere in cattiva luce la Lega o Confindustria?
E che cosa si penserebbe se Unicredit lanciasse uno studio sui risultati poco esaltanti delle società di factoring sulla base di opinioni di presunti esperti?
E quali reazioni ci sarebbero se l’Abi diffondesse un report per dire finalmente peste e corna delle agenzie di rating grazie a impressioni di banchieri anonimi?
Sconcerto, critiche e staffilate mediatiche e delle società interessate non si farebbero attendere.
Ecco, una cosa del genere (non) è avvenuta con Goldman Sachs. La venerata (?) e illuminata (?) banca di affari ha diramato le conclusioni di una opera degna più di un sondaggista dilettante allo sbaraglio che di una rinomata (?) e austera (?) banca d’affari.
Secondo le cronache, gli analisti di GS invece di studiarsi conti e bilanci delle banche per simulare gli stessi test che la Bce ha in corso sulle 130 principali banche europee (la pagella dell’Istituto centrale di Francoforte è attesa per fine ottobre) hanno pensato bene che fossero sufficienti 125 telefonate ad altrettanti e imprecisati investitori internazionali per prevedere quello che deciderà la Banca presieduta da Mario Draghi.
Ecco l’esito delle chiacchierate degli analisi della banca più potente al mondo: i nove istituti citati come più a rischio di non superare la soglia del 5,5% di patrimonio primario, dopo il doppio esame (attivi Aqr e stress test): Monte dei Paschi di Siena (48% delle risposte), la tedesca Commerzbank (43%), il Banco Comercial Portugues (34%), il veronese Banco popolare (33%), la greca Piraeus Bank (33%), Banca Popolare di Milano (32%), la greca Eurobank (30%), l’austriaca Raiffeisen (29%), la greca Alpha Bank (28%). Al decimo posto il Banco popular spagnolo (28%).
Beninteso: magari le conclusioni combaceranno con quelle della Bce. Comunque, alle banche d’affari mancavano solo i sondaggi per certificare la loro confusione. Oppure si scoprirà che, forse, Nando Pagnoncelli (Ipsos), Nicola Piepoli (Istituto Piepoli), Antonio Valente (Lorien Consulting), Antonio Noto (Ipr Marketing) e Alessandra Ghisleri (Euromedia research) sono più affidabili come banchieri rispetto ai signori di Goldman Sachs.