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Leopolda Blu e primarie, ecco le due sfide possibili per il centrodestra

E’ giunta l’ora della necessaria chiarezza per il centrodestra attuale, seppure diviso e che spesso si guarda in cagnesco. Le elezioni regionali sono un buon banco di prova per testare le reali aspirazioni di cambiare verso per non continuare a vivacchiare.

La domanda clou, alla quale dirigenti e militanti dei movimenti anti Pd devono rispondere, è la seguente: le primarie sono o non sono un buon metodo per selezionare i candidati alla presidenza delle Regioni in cui si vota? I leopoldini, cercando di incalzare lo schieramento di centrodestra che sembra spompato o incarognito, rispondono di sì. I dirigenti di spicco dei partiti nicchiano per non dire che sono contrari, anche se spesso non lo dicono apertamente.

Raffaele Fitto, non solo in Puglia, è uno degli alfieri all’interno di Forza Italia del metodo delle primarie per tentare di dare nuova linfa allo schieramento moderato. In Puglia deve collaborare con il Nuovo Centrodestra in cui ha un ruolo non secondario il coordinatore nazionale Gaetano Quagliariello. Le fibrillazioni non mancano, anche perché tra i due le sintonie non sono mai state troppe. Così come in Campania un’ampia fetta del centrodestra, in primis Forza Italia punta sulla ricandidatura del governatore Stefano Caldoro e un esponente forzista di peso come Francesco Nitto Palma esclude il ricorso alla primarie in una intervista oggi al Mattino.

Al di là delle scaramucce, si dimostra che le tesi sostenute su formiche.net da Lodovico Festa e da Raffaella Della Bianca (lavorare dalle Regioni per un nuovo centrodestra) non sono solo opinioni ma auspici da seguire.



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