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In memoria di Camilla

Questa notte è mancata Camilla, la decana delle nostre gatte. Aveva vent’anni. Per tutto questo tempo è stata parte integrante e fondamentale della vita di mia moglie e della mia. Se n’è andata nel sonno, nel cestino in cui si era coricata, in mezzo ai panni che la riscaldavano.

E’ morta con quella eleganza e con quella dignità con le quali era vissuta. Fino all’ultimo, benché provata dagli anni e dagli acciacchi, non ha mai rinunciato a rivendicare un contentino del nostro pranzo o a fare una passeggiatina sul terrazzo dell’ultimo piano.

Autonoma in tutte le sue funzioni fisiologiche, ci ha risparmiato quel momento doloroso quando si è costretti a prendere la decisione di praticare l’eutanasia. Il destino le ha concesso una morte naturale ad un’età veneranda che, nonostante le cure quotidiane a cui si sottoponeva con sempre minore rassegnazione, non siamo riusciti a prolungare oltre.

Solo chi ama i gatti comprende quanto è grande il nostro dolore e quanto immenso affetto ci ha donato un animaletto che ci è stato a fianco tanto a lungo. A Camilla abbiamo assicurato una buona vita, lei ha ripagato mille volte il nostro amore con il suo. Quando, per me, verrà il momento di dire ‘’nunc dimittis servum tuo, domine’’, appena varcato il confine dell’Al di là, mi auguro soltanto che Camilla sia la prima a venirmi incontro e che strofini il suo musetto sulle mie gambe, per chiedermi un carezza. Come faceva quasi di nascosto perché le altre gatte non vedessero. E non soffrissero di gelosia.

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