Quando il vertice della Nato in Galles è stato originariamente annunciato il 15 novembre 2013, è stato concepito “per concentrarsi sull’Afghanistan, sulle minacce del 21° secolo (come la sicurezza informatica), e la modernizzazione dell’alleanza” (includendo un’equa ripartizione degli oneri, sbilanciati a danno degli Usa).
“Chi avrebbe potuto prevedere che uno dei temi principali sarebbe l’invasione russa dell’Ucraina?“.
A spiegarlo in una lunga analisi su Foreign Policy è l’ex segretario di Stato americano Madeleine Albright, numero uno della politica estera Usa dal 1997 al 2001, durante la presidenza democratica di Bill Clinton.
“L’Ucraina – rimarca – è uno degli argomenti del summit perché si trova in Europa”, ma anche perché è “un membro della Nato’s Partnership for Peace”. Ciò che avviene a Kiev, dunque, non deve essere percepito come un fatto distante, ma come un colpo al cuore del Vecchio Continente. “La questione ora – rimarca – è come l’alleanza più potente nella storia del mondo reagirà a tale palese violazione di norme e principi internazionali, la prima invasione di un Paese in Europa dalla seconda guerra mondiale“.
LE MOSSE DI PUTIN
Per l’ex Segretario di Stato, la Nato “è stata creata nel 1949 per contrastare l’Unione Sovietica“. Tuttavia, con la sua dissoluzione, dopo una fase in cui si discusse della sua utilità, nel 1991 l’Alleanza cominciò ad espandersi, attirando nuovi partner scontenti di anni di occupazione e “malgoverno socialista” e cambiando anche il suo approccio nei confronti della Russia.
“Quando ero Segretario di Stato – ricorda la Albright – io personalmente avevo detto al presidente Boris Eltsin che se volevano, e soddisfatti i requisiti, li avremmo potuti accogliere nell’alleanza. Fu creato il Consiglio Nato-Russia. Eravamo ansiosi di un momento di cooperazione con la Russia“, tale da consentirgli di avere “un ruolo di potenza globale come garante del sistema internazionale, come durante la crisi con Saddam Hussein… Purtroppo, il presidente Vladimir Putin ha scelto un percorso diverso“. Una strada giunta ora all’aggressione nei confronti di Kiev.
COSA FARE IN UCRAINA
“È indispensabile – sottolinea ancora – che i leader a Cardiff decidano di rafforzare le truppe Nato nei Paesi baltici” preoccupati dell’avanzata di Mosca. Il presidente Obama ha ribadito una manciata di giorni fa a Tallin, in Estonia, che difendere i Paesi baltici è altrettanto essenziale che difendere Parigi o Berlino. Tutti gli Stati membri hanno diritto a sentirsi sicuri in base all’articolo 5 del Trattato nord atlantico, che assicura loro il soccorso dei loro alleati in caso di minaccia esterna.
IL RUOLO DEGLI USA, LA RESPONSABILITÀ DELL’EUROPA, LE RELAZIONI CON MOSCA
“Solo il presidente degli Stati Uniti – aggiunge la Albright – è in grado di mobilitare l’alleanza. E solo la sua difesa incrollabile, in particolare con il sostegno della cancelliera tedesca Angela Merkel, può impostare l’alleanza su un percorso costruttivo. Putin ha intensificato l’invasione di Kiev per dimostrare la sua forza e solo la Nato ha la capacità di dimostrare che quella escalation non può portare a una vittoria duratura“. Putin desidera una Russia “accettata come una potenza mondiale“; ma potrà esserlo diventarlo solo se a sua volta accetterà “i principi fondamentali del sistema internazionale di oggi“. Il vertice Nato in Galles, per l’ex Segretario di Stato, deve servire a lanciare in modo chiaro questo messaggio: nessuno può usare indiscriminatamente la forza contro l’Occidente finché l’Alleanza atlantica avrà vita.