“Millegiorni e l’Italia tornerà leader, non follower”. C’è tutto Matteo Renzi nel cinguettio finale della conferenza stampa in cui il presidente del Consiglio rilancia l’azione del suo governo per i prossimi mille giorni.
Un giorno di puro orgoglio renziano in cui vengono rispedite al mittente le accuse di “annuncite” e si ricordano tutti i cantieri e i successi dell’esecutivo: il lavoro, la pubblica amministrazione, la semplificazione, la giustizia, le riforme istituzionali, la nomina di Federica Mogherini come Lady Pesc che “impone una nuova strategia all’Europa” e ancora gli 80 euro che “non sono una mancia elettorale ma una scommessa politica”. Enunciati uno a uno per dire che sì, il governo ha fatto molto, “ma non abbastanza perché se non hai fame non sei adatto a questo mestiere”, dice spavaldo il premier.
Ciò che importa a Renzi non sono le critiche dei “gufi” ma quelle eventuali dei cittadini con cui vuole mantenere aperto il dialogo. Per questo lancia il sito passodopopasso.italia.it dove sarà possibile entrare in contatto con l’esecutivo e verificarne i risultati. Ogni giorno, passo dopo passo appunto, verrà arricchito di nuovi elementi, promette, “come in un puzzle”.
In realtà, come in molti hanno notato guardando il nuovo spazio web renziano, non si capisce esattamente dove e in che modo il cittadino possa controllare obiettivi e scadenze. C’è in homepage un generico countdown di mille giorni che inizia oggi ma le varie sezioni del sito sembrano contenere per ora soprattutto le slide già presentate nelle ultime conferenze stampa dallo stesso premier, più che date e informazioni precise.
Anche il corredo di alcuni dati come quelli sull’aumento dell’occupazione da febbraio a luglio fa discutere. Lo stile troppo autopromozionale dell’iniziativa ha fatto scattare le critiche perché giudicato poco adatto al carattere comunque istituzionale dato al sito.
Ciò che invece in questo momento sfugge all’autopromozione del presidente del Consiglio è la riforma della scuola. Dopo averla sbandierata tra i punti cardine del suo programma per mesi, Renzi prima l’ha fatta slittare dal Consiglio dei ministri di venerdì e oggi l’ha liquidata in poche parole, rimandandola a un documento scritto sul nuovo sito mercoledì ed escludendo per ora nuove scoppiettanti conferenze stampa ad hoc. E questa sì che è una rivoluzione.