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Che cosa combinano i movimenti giovanili dei partiti di centrodestra?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il mio intervento, gentilmente ospitato da Formiche.net, sulla manifestazione promossa dal movimento giovanile di rito gasparriano «Everest», svoltasi a Giovinazzo alcuni giorni fa, ha contribuito ad animare il dibattito relativo al centro destra e all’attività (e all’esistenza) dei movimenti giovanili a poche settimane dall’iniziativa «Sveglia il Centro destra», alla cui genesi la testata on line Formiche.net diretta da Michele Arnese ha contribuito in modo determinante.

Le osservazioni critiche sono state accolte bene dalla rete del movimento giovanile azzurro che, dalla Puglia al Molise, dalla Lombardia al Lazio, passando per Campania e Liguria, ha letto, commentato e apprezzato uno stimolo a fare di più e meglio. Ma siccome, appunto, fare politica non significa soltanto criticare, ma anche avanzare proposte, proviamo a dire alcune cose, in positivo, su cosa bisognerebbe fare per rivitalizzare non soltanto il movimento giovanile di Forza Italia ma tutta la galassia della “politica giovane” che non vuole stare a sinistra.

Anzitutto va detto che i giovani, come e più di tutti gli uomini, vogliono poter credere in alcuni valori, in una politica fatta di ideali e di un progetto di miglioramento della società. La politica di oggi (e gli stessi movimenti giovanili, ivi incluse le realtà collaterali a Fratelli d’Italia, Lega, Ncd) non parla più di ideali e di sogni, insegue freneticamente e in modo miope il dibattito pubblico, trovandosi sempre più imprigionata nel labirinto di Dedalo a rincorrere argomenti totalmente privi di interesse: legge elettorale, senato elettivo, senato nominato, senatori a vita, morte del senato e via dicendo.

Si deve quindi ripartire dai grandi valori (la vita, la famiglia, la tenuta della nostra società, l’idea di società, la libertà di intraprendere, il diritto alla salute e a un’educazione adeguata…) e da temi concreti, anzi concretissimi, ma affrontati in modo non banale, evitando per intenderci l’approccio da mercato ortofrutticolo alla Gianluigi Paragone: i posti letto in ospedale e le liste di attesa per una visita medica, l’impatto della burocrazia sulla vita di ciascuno di noi, le opportunità di lavoro per i giovani, la vita vera degli studenti nei nostri atenei, i costi per studiare e per gli affitti, le possibilità effettive di imparare bene una lingua straniera nel nostro Paese, di mettere su famiglia e fare figli, il rapporto con una società che, più che essere definibile come multiculturale o multirazziale, è tristemente popolata di accattoni, sbandati, delinquenti e disperati di ogni provenienza.

Si può parlare dell’idea di Nazione e aprire un dibattito sull’azione modernizzatrice del fascismo, senza promuovere cose come quelle viste, iniziative di una destra residuale e stantia fatte per dividere e per trasmettere l’idea di un partito in dismissione d’idee. Si può, anzi, si deve affrontare la questione centrale della politica estera, ma non in modo superficiale, ripetitivo, recitando le nenie ascoltate in televisione dal circo mediatico che rifiuta il centro destra come opzione politica.

Si può, anzi, si deve riprendere la nostra storia di moderati. E va bene anche parlare di Almirante. Ma non ha senso se, prima, non si parla di Croce, Sturzo, De Gasperi, Moro, Craxi e se non si spiega che ciò che la sinistra dice (o non dice) di loro a scuola, sui giornali, in tv e al cinema sono, appunto, balle spaziali.

Si può, anzi, si deve parlare di federalismo, ma – con riferimento ai giovani padani – senza ridursi per forza all’elogio della (rispettabilissima) val Brembana. Altrimenti si finisce dritti dritti nella ridotta della Valtellina…

Si può, anzi, si deve proiettare qualche film e illustrare qualche libro che insegna una buona politica, pura, libera, sincera.

E infine, scusate, ma una volta, quando organizzavamo le kermesse del giovanile, noi chiedevamo ai “big” una piccola ma fondamentale cortesia: per una volta state seduti in prima fila, zitti, ad ascoltare. Ai grandi appuntamenti dei movimenti giovanili devono parlare i giovani, i “grandi” prestino orecchio e giudichino chi (se c’è) vale qualcosa. Individuino i talenti e li promuovano. Vorrei tanto vedere i giovani al centro non solo a parole, ma messi alla prova, anche perché da molti “grandi” non è il caso di accettare lezioni. O sono già vecchi o sono abituati alla pappa pronta da riscaldare con un giro di microonde.

Per rilanciare il centro destra non abbiamo bisogno di precotti ma di idee vive, vita vera, entusiasmo e passione.

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