Questo Renzi sta debordando. Non c’è mai stato in Italia negli ultimi decenni un presidente del consiglio, per giunta privo di legittimazione popolare e di mandato parlamentare, che elevando i toni dello scontro cercasse, insultando e irridendo, di creare fratture e contrapposizioni nei mondi vitali della politica e dello Stato. E un giorno sono da rottamare i compagni del PD che nn stanno con lui, poi attacca gratuitamente la magistratura, indi gli statali, docenti e personale scolastico. E con stupefacente crescendo cerca di intimidire le forze di polizia, unico e vero presidio a difesa delle istituziooni democratiche del Paese. E siamo ad oggi: ingiurie rozze, volgari contro il sindacato e parte del suo partito, che chiedono riforme più giuste sul lavoro. Ci saranno stati anche errori da parte delle organizzazioni dei lavoratori, di azione e di omissione, ma essi rappresentano pur sempre un momento di difesa della giustizia sociale. E poi quale autorevolezza ha Renzi per assegnare patenti di rettitudine e correttezza a partiti e sindacati? Mentre gli altri sbagliavano a Roma, lui a Firenze, prima alla Provincia e poi al Comune, che faceva di tanto nobile? Sarebbe giusto e utile sapere. Una volta, in passato, comportamenti simili a quelli del baldanzoso fiorentino venivano definiti destabilizzanti, per l’ordine civile e democratico. Si evocava la piazza come momento estremo di protesta, per le dichiarazioni insultanti rese da qualche esponente del governo o del suo presidente. Fino a questo momento sta filando quasi tutto liscio. Non voglia però Domineddio che esploda qualche miccia in zone ben note del Paese, dove la disoccupazione giovanile è a livelli parossistici, dove l’unica fonte di reddito talvolta è frutto di attività illecite, dove la delinquenza organizzata e comune spesso controllano il territorio, dove insomma c’è uno spaventoso deficit di legalità e di democrazia, perchè non saranno certo i sorrisi di facciata, il vaniloquio e le pacche sulle spalle di Renzi a spegnere il fuoco del caos. Non basteranno neppure i puffetti che suonano la grancassa al minimo stormir di fronde del loro capo. Renzi deve andare a scuola di politica, per imparare che governare significa sintetizzare, unire, tenere insieme, per il bene della comunità nazionale.
A Renzi va spiegato che non si governa dividendo
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