Chissà se Silvio Berlusconi ha fatto il cascamorto anche con Wladimir Luxuria prima che Mariarosaria Rossi lo avvertisse che l’ospite non vantava zii famosi.
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Il sen. Tonino D’Alì ha lasciato il Ncd per ritornare in Forza Italia. Si è giustificato affermando che era stanco di fare la stampella della sinistra. Presa così la sua sembrerebbe una dichiarazione ostile nei confronti del Governo Renzi; ma non è così. Andando in FI, D’Alì, forte di una lunga esperienza parlamentare, avrà una posizione di rilievo nell’ospedale da campo attrezzato che l’ex Cav ha predisposto per prestare soccorso, all’occorrenza, al suo beniamino toscano.
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Italiani, brava gente. Secondo un sondaggio pubblicato su un importante quotidiano almeno due italiani su tre sono contrari alla misura annunciata da Pier Matteo Renzi Tambroni di trasferire in busta paga una quota di tfr. I nostri concittadini non sono soltanto saggi, ma si rivelano più esperti di economia di quei saltimbanchi che consigliano il premier. Gli italiani sanno benissimo quanto sia infondata la teoria secondo la quale occorre intensificare i consumi per promuovere la crescita. In tempi incerti come quelli in cui stiamo vivendo è più prudente risparmiare. E il tfr – lasciato in azienda o investito in una forma di previdenza complementare oppure nell’acquisto di un appartamento – è una delle tipologie di risparmio più convenienti, meglio garantite nel rendimento e meno tassate. Poi, nelle sue funzioni tradizionali (a partire da quella dell’autofinanziamento delle imprese), è senza dubbio più utile all’economia.
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Quando a ‘’Chi l’ha visto’’ si occuperanno della scomparsa del barboncino Dudù?
