La crescita economica in Cina negli ultimi anni è stata caratterizzata dall’abbattimento della povertà assoluta ed un PIL in costante crescita. Stando ai dati prettamente economici, sembrerebbe che il tenore di vita in Cina stia migliorando sempre più. Così non è.
MIGRAZIONI INTERNE AL PAESE
AsiaNews riporta: “Almeno 20 milioni di giovani delle aree rurali hanno abbandonato la scuola per seguire il destino dei loro genitori, lavorando come migranti nelle città. E’ il risultato di un’inchiesta condotta dal sociologo Liu Chengbin, professore alla facoltà di Scienze e tecnologia dell’università Huazhong (Wuhan, Hubei)”.
Secondo il Professor Liu, la scelta di migrare nelle città è dettata da un desiderio sia delle vecchie che delle nuove generazioni. I giovani abbandonano volontariamente gli studi non solo per prevenire alla famiglia le spese scolastiche, ma anche per cercare un nuovo modo di vivere in città; le campagne in Cina sono immense e ci sono intere generazioni che non hanno conosciuto altre realtà a parte quella in cui sono nati. Dal punto di vista dei parenti, garantire ai figli lo studio sta diventando una spesa senza alcuna garanzia di lavoro sicuro. Questi sono i motivi che hanno spinto, secondo dati recentissimi, il 10% dei giovani nelle campagne ad abbandonare la scuola per lavorare come migrante.
Altro importante motivo che spinge le nuove generazioni ad abbandonare le zone rurali è la qualità della vita. Nelle campagne, la sopravvivenza è continuamente minata dalla malasanità; problema preso in scarsa considerazione de Pechino. In alcuni villaggi non esistono ancora veri e propri ambulatori; incredibile ma vero nel 2014 alcune famiglie rurali devono ancora affidarsi ai cosiddetti “medici dai piedi scalzi”: saggi che praticano arti curative casalinghe, basate su infusi e preghiere.
Altro gravissimo problema delle zone periferiche è l’acqua inquinata. Ad oggi 700 milioni di persone, metà dei cinesi, quasi esclusivamente nelle campagne, continua a bere acqua contaminata e il Ministero della Salute cinese non nasconde che nel 2003, 480.000 persone sono morte per cancro intestinale, allo stomaco, alla vescica o al fegato, e le stime imputano all’acqua inquinata da 50.000 a 200.000 di queste morti.
UN PROBLEMA CHE PERSISTE DA ANNI
Lo squilibrio tra aree rurali ed aree urbane è tutt’ora la causa principale della grande disuguaglianza che ormai da generazioni affligge il popolo “all’ombra della Grande Muraglia”. I residenti delle città anche sotto il maoismo erano dei privilegiati rispetto ai contadini. Alla fine degli anni Cinquanta in campagna volgeva addirittura una situazione di carestia. Il governo pose un limite al numero di coloro che potevano registrarsi come “abitanti urbani” solamente ottenendo un permesso (chiamato hukou).
Questo sistema è tuttora vigente ma l’ottenimento del huokuè molti più semplice di quanto lo fosse durante il maoismo. Tale permesso è infatti garantito a chi dimostri di avere una fonte di reddito stabile e un’abitazione adeguata. C’è anche la possibilità di comprare pacchi di huoku da parte di persone facoltose o da parte di imprese per l’assunzione di dipendenti.
Il dualismo città-campagna ha inciso profondamente su mercato del lavoro cinese. Il fenomeno migratorio delle campagne alle città ha infatti modificato la distribuzione della popolazione e dell’occupazione tra aree urbane e rurali. Molti migravano in maniera non ufficiale, lavorando prevalentemente in settori caratterizzati da un mercato informale del lavoro (costruzioni, piccole fabbriche tessili, ristorazione e piccolo commercio); meno del 10% riesce ad avere una qualche forma di contratto di lavoro.