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La Colombia fa parlare di sé: l’economia più stabile dell’America Latina

Nei mesi scorsi si è spesso parlato della Colombia in quanto “rivelazione” di questo campionato mondiale. James Rodriguez con le sue sei reti in competizione ha portato la sua nazionale sulla bocca di tutti. Molti non sanno però, che la Colombia sta facendo parlare di se anche in ambito economico; si tratta infatti di una delle economie emergenti di questo secolo, oltre che la più stabile dell’America Latina.

L’ECONOMIA COLOMBIANA

L’economia della Colombia risulta essere molto stabile malgrado le grandi disparità sociali presenti al suo interno e i celebri casi di narcotraffico. La moneta nazionale (il Peso colombiano) gode di un’inflazione costante, che si aggira intorno al 2,6%. Negli ultimi vent’anni è stato il paese dell’America Latina con il più alto tasso di crescita economica; aggiungendo all’esportazione di combustibile quella dei prodotti lavorati (triplicata negli ultimi vent’anni), riuscendo a consentire un’economia diversificata, in grado di soddisfare la domanda interna.

Pesca ed allevamento risultano essere attività proficue e sufficienti sia per l’autoconsumo che nella, seppur scarsa, esportazione. La Colombia vanta una tradizione agricola degna di nota grazie anche alla grande varietà di prodotti coltivati e di tessuti realizzati; è inoltre il secondo produttore al mondo di caffè dopo il Brasile.

La vera ricchezza di Bogotá risiede tuttavia nel sottosuolo. La Colombia vanta una disponibilità di materie prime da far invidia alla gran parte dei paesi industrializzati; le sue importanti riserve di petrolio e carbone e la ben sviluppata produzione di energia idrica rendono la nazione completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. Ricchi giacimenti di minerali come nichel,smeraldi (i più quotati al mondo), orouranio plutonio permettono al Paese di gestire esportazioni vantaggiose.

LA CRESCITA DEL SETTORE PETROLIFERO

Il governo colombiano sta puntando le sue risorse all’implementazione del settore degli idrocarburi. Il territorio è infatti pregno di possibili giacimenti petroliferi non ancora sfruttati a pieno. Questo campo è in forte ascesa, portando la Colombia ad essere il quarto produttore di petrolio in America Latina, con quasi un milione di barili al giorno. Questa buona performance nella produzione di greggio è iniziata nel 2007, quando il governo ha deciso di privatizzare in parte Ecopetrol, compagnia petrolifera con le carte in regola per diventare competitiva a livello internazionale. La cessione di alcune quote statali di Ecopetrol ha portato numerosi investimenti diretti esteri, cresciuti del 30% dal 2007 al 2010. Secondo gli ultimi dati ufficiali forniti dalla Agenzia Nazionale Idrocarburi (ANH), le riserve di greggio colombiane alla fine del 2012 sono incrementate del 5,22%; questo grazie ai nuovi giacimenti scoperti ad alle innovative tecnologie impiegate.

La grande crescita delle esportazioni colombiane di “oro nero” ha permesso al Paese di ricercare nuovi mercati. Dopo aver tolto delle quote agli Stati Uniti ed altri produttori di petrolio, la Colombia ora guarda a mercati molto più lontani come Europa e Asia. La Cina è ormai fuori portata; Venezuela ed Ecuador hanno dimostrato grande celerità stipulando accordi di forniture energetiche con Pechino prima degli altri paesi dell’America Latina.

Nell’ultimo anno a livello mondiale vi è stato un calo dei prezzi del petrolio. Il paese andino ha compensato questo declino con aumento delle vendite verso Asia ed Europa; raddoppiandole in India (2,71 miliardi di dollari) e conseguendo in Italia, Svizzera e Regno Unito risultati incoraggianti. LaEcopetrol sta guardando all’India come mercato strategico a lungo termine, seppur ostacolata dalla venezuelana PDVSA, eterna rivale a livello di continente.

 

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