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Ebola, ecco che cosa Europa e Italia posso fare contro il virus

Meglio tardi che mai. La buona notizia è che il Consiglio dei Ministri degli Affari Esteri della Unione Europea – accanto alle misure di più immediata emergenza – ha deciso che gli ingenti aiuti allo sviluppo della UE siano indirizzati prioritariamente al rafforzamento dei sistemi sanitari dei paesi africani colpiti dall’Ebola. E’ un primo passo; la Commisione non potrà sottrarsi ad una direttiva politica espressa così nitidamente. A Federica Mogherini – nel suo nuovo ruolo di Alto Rappresentare – spetterà il compito di vigilare perchè le decisoni assunte dai Ministri a Lussemburgo siano attuate rapidamente e che i finanziamenti siano ben spesi.

La strada migliore è evitare intermediazioni e realizzando programmi congiunti che colleghino direttamente i migliori ospedali e servizi sanitari europei con le fragili strutture sanitarie dell’Africa. Tuttavia non basta agire nei paesi colpiti dal’Ebola. L’Europa deve smettere di disperdere in mille rivoli i suoi finanziamenti e puntare al rafforzamento delle strutture sanitarie di tutti i paesi africani.

Portando a casa questo obiettivo la Presidenza italiana del semestre ha davvero la possibiltà di lasciare il segno in tutto il continente africano. Non credo che Matteo Renzi lasci cadere questa opportunità. Oltre a tutto data la collocazione geografica del nostro paese migliorare la sanità africana risponde agli interessi nazionali dell’Italia se non vogliamo – alla prossima epidemia – correre nuovi rischi e ricominciare tutto da capo.



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