C’era una volta un Ingegnere da sempre alfiere severo dell’antiberlusconismo. Oggi Carlo De Benedetti sul Foglio propone invece una ricetta economica che ricorda alcuni punti cardine del programma di Forza Italia anche se negli anni è stato un po’ cangiante.
Il presidente del Gruppo l’Espresso fa una lunga disamina sullo “spettro che mette più a rischio l’Eurozona”, la deflazione. E tra le misure ipotizzate per arginare il “disastro”, si possono leggere alcuni cavalli di battaglia storici del centrodestra. L’eliminazione totale dell’Irap residua, per esempio, un “draconiano” taglio di tasse sul costo del lavoro e ancora lo sforamento del deficit al 6% del Pil. Sembra comune poi la sfida all’austerity europea con CdB che prospetta sul quotidiano diretto da Giuliano Ferrara l’acquisto da parte della Bce di bond societari, in stile Fed americana (come da programma elettorale di Forza Italia alle scorse Europee).
Di più. Nell’immaginare un “governo comune politico dell’economia” a livello europeo che di fatto già c’è con la commissione Juncker, l’Ingegnere sembra sdoganare le larghe intese anche su scala nazionale, tanto biasimate dalle testate del gruppo editoriale di cui è presidente.
Solo il mese scorso, sull’Espresso il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari, di fronte all’ipotesi di una più ampia collaborazione tra Renzi e il Cavaliere, commentava: “Il risultato finale, se le cose andassero in questo modo, sarebbe d’aver messo il nome di Berlusconi accanto a quelli di Mazzini, Cavour e Garibaldi. Iddio ci liberi da questa scellerata sventura”.
Durante l’esperienza governativa delle larghe intese guidata da Enrico Letta, è stato De Benedetti stesso alla presentazione di un libro, ha raccontato Stefano Feltri sul Fatto Quotidiano, a parlare di “P2 ancora al potere” mentre l’allora vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini in un’analisi dal titolo “un corruttore come alleato”, suggeriva al Pd di far saltare il tavolo: “C’è da chiedersi se non tocchi alla sinistra riformista il dovere di rompere l’alleanza innaturale con l’uomo che ha ucciso il governo Prodi comprando quattro traditori per trenta denari”.
Ora che al governo c’è la leadership maggioritaria di Matteo Renzi, il clima si è svelenito e il nemico Berlusconi sembra fare meno paura. Anzi, perché no? Oltre al patto sulle riforme, dal suo programma si possono prendere a prestito anche alcune ricette economiche.