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Ecco perché la riduzione Ue delle commissioni bancarie non sarà uno sgravio per le imprese

Sicurezza carta di credito

Quali scenari potrebbero aprirsi per le aziende italiane a fronte delle novità regolamentari provenienti dall’Europa?
I-Com, l’Istituto per la Competitività guidato dall’economista Stefano da Empoli, ha misurato l’impatto di una possibile estensione alle carte di credito aziendali della proposta UE di riduzione delle commissioni interbancarie (MIF), sulle transazioni effettuate con carte di credito o debito.

L’IMPATTO DEL PROVVEDIMENTO

“Il meccanismo che abbiamo decodificato in maniera chiara è che l’introduzione di un limite alle Mif sulle carte commerciali non si traduce in uno sgravio di costi per le imprese, ma nel suo contrario”, commenta Stefano da Empoli, Presidente di I-Com.

La proposta regolamentare pubblicata nel 2013 dalla Commissione Europea non fa esplicito riferimento alle carte cosiddette commerciali, ma l’impatto di un provvedimento di questo tipo sul sistema delle imprese italiane, che utilizza tali strumenti nella gestione delle spese, potrebbe essere considerevole.

Una stima? Per le imprese si tratterebbe di un miliardo di euro di costi aggiuntivi nel primo anno e di circa 300 milioni di euro in ciascuno degli anni successivi.

LE CIFRE

Lo studio di I-Com è stato realizzato sulla base di dati forniti dalla Banca d’Italia e su un questionario comminato ad un panel di 26 aziende italiane, con in uso almeno una carta commerciale.

In Italia, il 18% dei volumi di pagamento effettuati con carta di credito avviene attraverso una carta aziendale ma secondo i dati emersi dallo studio in caso di aumento dei costi delle carte aziendali o di riduzione dei servizi accessori, il 54% del campione intervistato ne ridurrebbe il numero.

In particolare in media, un aumento di 1 punto percentuale del costo delle carte aziendali si tradurrebbe nella riduzione dello 0,73% del loro utilizzo da parte delle aziende. L’eliminazione dei servizi accessori comporterebbe, invece, un decremento medio del 12% nel numero delle carte aziendali, che aumenta a quasi il 23% per le aziende di più grandi dimensioni (con più di 250 dipendenti);

Se la riduzione delle Mif sulle carte commerciali dovesse entrare in vigore, nel primo anno i costi e gli investimenti necessari per l’internalizzazione dei relativi servizi graverebbero sulle imprese per 1,04 miliardi di euro, mentre successivamente i costi di internalizzazione ammonterebbero a 290 milioni di euro annui.

Per una piccola impresa nel primo anno, l’aggravio di costo medio sarebbe di 188 euro, mentre salirebbe in media a 9.450 euro per le aziende con più di 50 dipendenti.

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