Il settore delle aziende termali e dell’imbottigliamento delle acque minerali chiede a governo e Parlamento una corretta interpretazione della direttiva Bolkenstein “per poter continuare a fare impresa”.
IL NODO
L’appello arriva da Federterme e dal suo presidente Costanzo Jannotti Pecci, che spiega come il comparto non chieda “soldi”, ma “garanzie normative minime”. Il riferimento è alla direttiva varata dall’Europa a fine 2006, e già recepita in Italia, che vuol semplificare e in alcuni casi liberalizzare l’accesso alle attività di servizio nel mercato interno. Tra queste c’è il rinnovo delle concessioni termali, che una volta scadute rischiano di essere messe a gara a livello comunitario. La Bolkenstein, però, secondo un orientamento espresso anche da Bruxelles, non deve riguardare il settore della salute, come invece potrebbe accadere in Italia.
Un’ambiguità che rischia di acuire ancora di più “la crisi nella quale versano le aziende termali sotto il controllo pubblico, diretto o indiretto”.
IL SOSTEGNO RICEVUTO
Il comparto registra per ora il contributo positivo offerto in sede di conversione del decreto “Sblocca Italia” dal presidente del gruppo Pd della Camera, Roberto Speranza, che in un incontro con Jannotti Pecci tenutosi questo pomeriggio ha detto che si impegnerà per promuovere un emendamento chiarificatore. “Lo ringraziamo – scrive Federterme in una nota – per l’attenzione dimostrata e per il sostegno promesso per i problemi più urgenti del nostro settore. Mi riferisco in particolare a quelli relativi all’inapplicabilità della direttiva Bolkenstein al settore termale e dell’imbottigliamento delle acque minerali, secondo l’orientamento favorevole già espresso dalla Commissione europea e dal governo”.
LA PAROLA AL GOVERNO
“La parola passa ora al governo – prosegue in un comunicato il presidente dell’associazione di categoria – che abbiamo nuovamente sensibilizzato con una lettera inviata al sottosegretario Lotti perché si proceda speditamente, senza ulteriori indugi perché si tratta d’interventi “a costo zero” utili a “sbloccare” l’economia, soprattutto attraverso il rilancio degli investimenti e della capacità competitiva delle imprese termali e dell’imbottigliamento”.