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Come finirà lo scontro fra Renzi e Camusso

Infortunio lessicale al Ministero del Lavoro. Si sono accorti che l’acronimo dell’Agenzia nazionale dell’occupazione, una delle novità del Jobs act Poletti 2.0, rischiava di essere ANO. Al che si è scatenato il web con battute di ogni tipo, per lo più riferite alle conseguenze delle modifiche che saranno apportate al santuario dell’art. 18. Bisognava, allora, correre ai ripari. Ha avocato a sé il dossier, il ‘’brain trust’’ di Palazzo Chigi: quelli che non riposano mai e sfornano idee a getto continuo. Dapprima è stato proposto ANAO. Poi si è scoperto che sarebbe stato il medesimo acronimo di uno dei tanti sindacati dei medici. Si è pensato, allora, ad AGNAOC. L’idea è stata subito scartata perché l’acronimo, essendo troppo evocativo della parola ‘’gnocca’’, avrebbe suscitato – oltre alle solite ilarità e all’interesse malato dell’ex Cav – le giuste proteste dei movimenti delle donne. La soluzione l’ha trovata il sen. Pietro Ichino con la sua smania di tradurre tutto in inglese. Si comincerà, allora, dal nome della Agenzia che sarà chiamata NWA ovvero National Work Agency.

Come finirà lo scontro tra il Pd e la Cgil? In questa vicenda si nota, prima di qualsiasi altro aspetto, che non tornano i numeri. Il Pd di Renzi può vantare – e non esita a farlo – un risultato di quasi il 41 per cento alle elezioni europee. Dal canto suo, la Cgil è in grado di mettere in campo alcuni milioni di iscritti. Il Pd è il primo partito in Europa; la Cgil è sicuramente la più potente organizzazione sindacale. Ciò nonostante il sindacato di Susanna (niente panna) Camusso si riconosce, nei fatti, in una minoranza che è intorno, complessivamente, ad un terzo del partito. Noi non siamo esperti di flussi elettorali, ma sembra evidente che Pier Matteo Renzi Tambroni raccolga milioni di voti in aree elettorali diverse dalla Cgil. E dove finiscono, allora, i suffragi ‘’orientati’’ dalla confederazione rossa? Una parte nel Sel, d’accordo. Ma al posto di Beppe Grillo ci faremmo un pensiero.

Stanno pensando di installare, al Senato e alla Camera, un sistema di tornelli tra i gruppi di FI e del NCD. Così diventerà più agevole controllare le trasmigrazioni da una parte all’altra e viceversa. L’incarico è stato conferito di comune accordo a Renato Brunetta che di tornelli si occupò da ministro della Funzione pubblica.

Matteo Renzi sta a Margaret Thatcher come Maurizio Landini sta ad Arthur Scargill. Il conto torna.

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