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Grillo e Rapetto, storiella di un divorzio a 5 stelle

Non lo conferma, ma nemmeno lo smentisce e già questo, in ambito giornalistico, suona come un tacito assenso: un altro idillio a 5 stelle è terminato e questa volta coinvolge l’ex ufficiale della Guardia di Finanza Umberto Rapetto.

Già l’anno scorso, come aveva riportato su queste colonne il direttore di Formiche.net, Michele Arnese, in uno scritto pubblicato sul rapporto Nomos&Khaos di Nomisma, Rapetto lasciava trapelare un certo scetticismo per i poteri taumaturgici di blog e web come strumenti di esercizio della sovranità popolare, come quelli idealizzati dal Movimento fondato da Beppe Grillo.

Rapetto negli ambienti della cyber security era considerato un esperto ascoltato e apprezzato anche dai vertici del M5s.

Ora invece – stando alla sintesi del saggio di Rapetto che comparirà sul prossimo paper curato da Germano Dottori e Giuseppe Cucchi che sarà presentato a Roma presso la Sioi il prossimo 6 novembre – le divergenze tra l’inventore ed ex comandante del Gruppo anti-crimine telematico (e pure giornalista, scrittore e docente universitario, oltre che già direttore Iniziative e progetti speciali di Telecom Italia nell’era Bernabè) e il movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio si ripetono e, se possibile, si accentuano.

L’idea che sia possibile dar vita ad una forma di democrazia diretta basata sulla rete – scrive Rapetto – è foriera di pericolose illusioni. Non solo perché soltanto una parte della popolazione è davvero in grado di utilizzare il web – non ne sono infatti capaci né gli anziani né tutti coloro che sono sprovvisti di computer, tablet o smartphone, inesorabilmente esclusi anche dai benefici dell’informatizzazione della Pubblica Amministrazione – ma altresì perché nessuna forma di voto via internet potrebbe davvero essere segreta, essendo tracciabile l’identità elettronica e fisica di chi lo esprime“.

Un riferimento indiretto ma esplicito dell’ex ufficiale della Guardia di Finanza all’unico partito (pardon, movimento) che fa del web un uso massiccio e sistematico come strumento di propaganda, discussione e talvolta decisione: i 5 Stelle.

Poi la stoccata vera e propria: con una democrazia web-centrica, incalza Rapetto, “aumenterebbe quindi il grado di controllo esercitato dai partiti nei confronti dei cittadini, che vedrebbero altresì diminuire drasticamente la propria capacità di partecipare alla formazione delle decisioni. Nella rete, infatti, tutti possono scrivere di tutto. Ma sono davvero pochi quelli che sono letti od ascoltati“.

Se questo non è un divorzio… è quanto meno una separazione.

(fonte foto: insurancetrade.it)

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