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I curdi e Bruxelles. Una lezione per l’Europa

Ieri la sede del Parlamento europeo di Bruxelles ha vissuto momenti di tensione: infatti mentre nelle aule erano in corso le audizioni dei Commissari designati, alcuni manifestanti curdi hanno forzato i controlli all’ingresso e hanno fatto irruzione nel palazzo, fino ad arrivare in un punto centrale dell’edificio ASP.

I manifestanti, appartenenti alla “Federazione delle associazioni curde in Belgio“, volevano attirare l’attenzione delle Istituzioni europee sull’avanzata dello Stato islamico (Isis) sulla città curda di Kobane. I primi ad intervenire per cercare la mediazione con i manifestanti sono stati il Presidente dei socialisti europei (S&D) Gianni Pittella, e il Presidente della sinistra unita (GUE-Ngl) Gabi Zimmer, che hanno espresso la loro solidarietà al popolo curdo per i massacri che subiscono quotidianamente. In seguito il Presidente dell’Europarlamento Martin Schuz ha incontrato una delegazione dei manifestanti, garantendo il massimo supporto del Parlamento europeo alle azioni della coalizione internazionale contro l’Isis.

L’irruzione dei curdi fa riflettere ancora una volta sulla “non politica estera“ della UE, che appare sempre troppo “imbrigliata“ nella sua impotenza per fornire risposte immediate e parlare a voce unica sullo scacchiere mondiale. Lunedì Mogherini in maniera decisa e con grande volontà, nel corso della sua audizione come M.me Pesc designata, ha più volte ribadito che nei prossimi 5 anni cercherà di costruire una politica estera comune. Ma la realtà è che, alla prova dei fatti, l’Europa è spaccata e non riesce a essere risolutiva nei teatri di guerra internazionali. In attesa che l’Europa decida quale sarà il suo ruolo per fermare l’Isis, giorno dopo giorno, assistiamo impotenti a violenze inaudite.

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