Il 1° luglio 2014 è iniziato il semestre italiano di Presidenza della Unione europea. Un semestre che possiamo definire letteralmente “di passaggio“, perchè caratterizzato dalla fine del mandato della vecchia Commissione europea presieduta da José Manuel Barroso, e l’entrata in funzione del nuovo esecutivo guidato da Jean Claude Juncker.
Difficile in queste condizioni portare avanti programmi e obiettivi, perchè la Commissione uscente, negli ultimi mesi di mandato, svolge un lavoro di ordinaria amministrazione, in attesa che il 1° novembre arrivi la nuova squadra che rimarrà al Governo dell’Europa per i successivi 5 anni. Gli addetti ai lavori sapevano dall’inizio che il Premier Renzi non poteva contare sul semestre di presidenza italiana per introdurre novità o far partire grandi provvedimenti legislativi, e che quindi avrebbe dovuto puntare su un ruolo operativo e non di prestigio all’interno della nuova Commissione.
Come più volte sottolineato da Formiche.net la politica estera ai sensi dell’art. 24 del trattato di Lisbona “è definita e attuata dal Consiglio europeo e dal Consiglio che deliberano all’unanimità, ed è esclusa l’adozione di atti legislativi” pertanto, è stata davvero la scelta migliore insistere sulla nomina di Federica Mogherini come M.me PESC o sarebbe stato meglio posizionare un italiano/a su un altro portafoglio? Gli osservatori più maliziosi dicono che forse il Premier Renzi non aveva ben compreso, all’inizio, che la politica di immigrazione non rientrava tra le competenze dell’Alto Rappresentante e che tratto in inganno, sperava di poter regolare il problema immigrati con la nomina della Mogherini.
Al momento, “in attivo” sul bilancio della Presidenza italiana si trova solo la lettera inviata da Bruxelles che chiede chiarimenti sulla politica finanziaria italiana per il 2015, quindi gli addetti ai lavori si chiedono già cosa escogiterà il premier Renzi il 31 dicembre quando dovrà fare il bilancio di 6 mesi di Presidenza italiana della UE.