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Integrity Watch: il traccia-soldi

Sono tempi duri per la politica, lo sappiamo tutti. Sono duri sia per chi interagisce (e a volte sostiene) la politica – cioè i lobbisti – ma anche per chi politica la fa. Non si parla di Italia, ma di Europa. Da qualche giorno Transparency International ha lanciato “Integrity Watch“, un sito di monitoraggio dell’integrità dell’attività parlamentare. 

Circa metà degli eurodeputati eletti la scorsa primavera ha dichiarato di non avere fonti di reddito terze rispetto allo stipendio elargito dal Parlamento europeo. Ci sono però 398 Eurodeputati che, messi assieme, guadagnano 18,3 milioni di euro l’anno. La top class di questi fortunati si restringe a 12 individui che, per gli interessi finanziari che hanno al di fuori dell’attività politica, superano i 10mila euro mensili di guadagno extra. Tra costoro ci sono anche nomi noti: Guy Verohfstadt, Michele Alliot-Marie e Rachida Dati, per esempio.

Ora, poiché non sempre le dichiarazioni rese dai parlamentari sono veritiere, e soprattutto non sempre sono accurate come invece dovrebbero essere, ci ha provato Transparency a mettere le cose in ordine. Integrity Watch ricorda qualcosa Openpolis. Si può fare una ricerca per nome, per Paese o per appartenenza politica. Alle vostre interrogazioni il sito risponderà dicendovi quanto guadagna un eurodeputato, ma anche quanto è attivo nel Parlamento europeo. Tutte informazioni che, con un po di pazienza, potreste reperire anche in autonomia. Il valore aggiunto sta nel fattore EAI, ossia External Activity Indicator. Questo punteggio assegnato a ciascun eurodeputato ne “misura” la quantità di attività esterna ed è dunque indicativo della potenziale esposizione a conflitti di interessi, attuali o futuri. 

L’iniziativa merita un duplice encomio. Anzitutto per il fatto di contribuire alla conoscibilità dell’attività dell’Europarlamento. Ma soprattutto per il fatto di spostare la luce dei riflettori della trasparenza dai (soliti) lobbisti ai loro – imprescindibili – interlocutori: i politici. Era quello che i lobbisti chiedevano da tempo no? Li hanno accontentati.

 

 

 

 

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