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Irak, armi chimiche e Pentagono. L’inchiesta del New York Times

Dal 2004 al 2011 le truppe americane hanno nascosto armi chimiche in Iraq: lo rivela una lunga e spettacolare inchiesta del New York Times, secondo cui armi di distruzione di massa di provenienza occidentale e abbandonate dal regime di Saddam Hussein, sono state trovate dagli eserciti americano e iracheno in Iraq tra il 2004 e 2011 e tenute nascoste dal Pentagono.

2008
Secondo una testimonianza riportata dal quotidiano americano nell’agosto del 2008 vicino a Taji, era esplosa una pila di vecchi proiettili di artiglieria iracheni sepolti accanto a un lago. Ma l’esplosione, attuata per distruggere munizioni che sarebbero potute essere utilizzati in bombe di fortuna, scoprì invece un arsenale lì sepolto. Un tecnico specialista Andrew T. Goldman, notò un odore pungente, qualcosa, disse, che non aveva mai sentito prima. Sollevò una pietra e vide una pasta oleosa che colava da una crepa.

SEGRETI
“Questa non sembra essere acqua di stagno”, riporta la testimonianza del sergente Eric J. Duling. Cinque anni dopo che il presidente George W. Bush aveva inviato truppe in Iraq, americani e iracheni addestrati si sono ripetutamente incontrati, scrive il NYT, e in almeno sei occasioni sono stati feriti da armi chimiche. In tutto, le truppe americane avrebbero individuato circa 5.000 testate chimiche, così come dimostrano svariate testimonianze.

INCHIESTA
Il New York Times ha individuato 17 membri dei servizi americani e sette agenti di polizia iracheni che sono stati esposti ad agenti nervini dopo il 2003. Secondo quanto riportato da funzionari americani il conteggio effettivo delle truppe esposte era leggermente superiore: ma il tutto è stato classificato. Fin dall’inizio della guerra, la registrazione delle scoperte di armi chimiche in Iraq è stata secretata. Oggi torna di estrema attualità dopo che lo Stato islamico controlla gran parte del territorio in cui sono state trovate le armi.

CONGRESSO
Il Congresso sarebbe stato solo parzialmente informato, mentre le truppe e gli ufficiali sono stati istruiti a tacere o a raccontare altre verità rispetto a ciò che avevano scoperto. Secondo le parole di Jarrod L. Taylor, un ex sergente dell’esercito “il pubblico è stato ingannato per un decennio”.

COMMENTI
John Kirby, portavoce del segretario alla Difesa Chuck Hagel, ha rifiutato di affrontare i casi segnalati dall’inchiesta, ma ha detto che il sistema sanitario premierà le pratiche dei militari. “Il segretario ritiene che tutti i membri di servizio meritano il miglior supporto medico e amministrativo possibile,” ha detto. “La sua aspettativa è che i leader a tutti i livelli si adopereranno per correggere gli errori fatti, quando e dove sono fatti”.

CRONISTORIA
Dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, Bush ha insistito che Saddam avesse nascosto armi di distruzione di massa, a dispetto della volontà internazionale. In quella circostanza gli ispettori delle Nazioni Unite non avevano però trovato prove di queste affermazioni. Ma in seguito durante la lunga occupazione, le truppe americane avevano iniziato a trovare vecchie munizioni chimiche nascoste. Ovvero proiettili da 155 millimetri e missili 122 millimetri, i resti di un programma di armi a cui l’Iraq aveva dato fondo nel 1980 durante la guerra Iran-Iraq.

TESI
Il governo degli Stati Uniti sostiene che le armi abbandonate non rappresentano più una minaccia. Ma secondo il NYT quasi un decennio di esperienza di guerra ha dimostrato che le vecchie munizioni chimiche irachene spesso sono pericolose proprio quando vengono riutilizzate per gli attacchi locali in bombe improvvisate, come i ribelli hanno fatto a partire dal 2004.


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