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Che succede tra Ncd e Udc?

“Mettere insieme i gruppi parlamentari con Ncd? Solo un’operazione di palazzo”. Il presidente dell’Udc Gianpiero D’Alia gela la Costituente popolare.

LE PAROLE DI D’ALIA
“I rapporti con Alfano sono cordiali, ma l’idea di fare una fusione a freddo non ha significato”, spiega al quotidiano La Sicilia.
Una secca bocciatura quindi a quello indicato come prossimo passaggio per la creazione del partito unico tra Ncd, Udc, Popolari di Mario Mauro e parte di Sc. Un passaggio che secondo il segretario del suo stesso partito Lorenzo Cesa dovrebbe avvenire entro il 15 ottobre, come ha annunciato dal palco della Convention Popolare di Matera lo scorso fine settimana.

LE DUE ANIME DELL’UDC
Nell’Udc si registrano due anime: quella che fa capo a Cesa e spinge per la realizzazione del progetto e un’altra più insofferente verso un’iniziativa avvertita come troppo Ncd-centrica e che vuole allargare la prospettiva di ricostruzione del centrodestra anche a Forza Italia.
“Per creare un’alternativa al Pd occorre unire le forze che si ispirano al Ppe. E su questo ritengo che non possano esserci preclusioni nei confronti di Forza Italia”, ha chiarito D’Alia.

IL CAMMINO DELLA COSTITUENTE POPOLARE
Nonostante divisioni e mal di pancia, il complicato lavorìo per la Costituente popolare comunque prosegue. Dopo Chianciano e Matera, anche Ncd inizia oggi in Puglia, a Conversano, la sua prima festa nazionale e la tavola rotonda prevista ad hoc tra Renato Schifani, Antonio De Poli e Mario Mauro sarà l’occasione per fare il punto sull’argomento.

L’ASSE SULLE REGIONALI
Ncd e Udc ragionano all’unisono anche sulle Regionali. Sarà presentato la prossima settimana per esempio il nome condiviso tra i due partiti come candidato per l’Emilia Romagna. Nessun accordo è stato raggiunto con Forza Italia che sembra privilegiare l’alleanza con la Lega.

IL FREDDO TRA NCD E FORZA ITALIA
I rapporti tra cugini sono in questa fase molto tesi, come dimostra lo scontro tra Giovanni Toti e Angelino Alfano sulle nozze gay. Il consigliere politico di Berlusconi aveva parlato in riferimento alla circolare del ministro dell’Interno di un “dibattito piuttosto umiliante per la politica, non solo per il povero Angelino giustamente travolto dalla polemica perché non possiamo essere un passo indietro al sinodo e a Papa Francesco”. Stizzite le controrepliche dello stato maggiore alfaniano verso “chi specula sulle parole del Santo Padre”. Polemiche che dimostrano come risulti complicata al momento la ricomposizione di un centrodestra sempre più spappolato.


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