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Quella strana velocità di Katainen

C’era un ragazzo/ che come me/ amava i Beatles e i Rolling Stones/ girava il mondo/ veniva da Firenze in Toscana/ non era bello ma nel suo governo/ aveva belle donne…… cantava #Italiacambiaverso, ma ricevette una lettera……

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Ci fu un tempo in cui bastava nominare Barack Obama per suscitare entusiasmi ed inni di gioia. Allora, io sedevo sugli scranni della Camera nel gruppo del Pdl. Non mancava occasione che dai banchi della sinistra qualcuno rimproverasse l’azione del governo Berlusconi citando ad esempio virtuoso ciò che stava facendo Obama negli Usa. Eccelleva in questi paragoni un sempre infuriato Furio Colombo. Ma anche a destra c’era chi – come adesso con Matteo Renzi – si lasciava trascinare dalla figura del Presidente Usa, dimenticando che Barack non era il primo afroamericano ad entrare alla Casa Bianca, ma il primo figlio di un immigrato proveniente da quello che una volta si chiamava – anche nelle canzonette – il Continente nero. Oggi, durante la campagna elettorale di medio termine, nessun candidato democratico vuole mostrarsi in giro insieme a Barack Obama, tanto che è stato soprannominato il Presidente paria. Sic transit gloria mundi. Ma ci voleva tanto a capire che non basta il colore della pelle (sia esso bianco o nero) a garantire una vera leadership.

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Subito sotto la data (22 ottobre 2014) della lettera inviata dal vice presidente della Commissione Jyrki Katainen al ministro Pier Carlo Padoan (Schioppan) sta scritto ‘’STRICTLY  CONFIDENTIAL’’ (sì, proprio in lettere maiuscole). Perché il governo italiano (o chi per esso) ha deciso di rendere nota una missiva riservata? Forse perché il suo contenuto è meno severo di quello che ci si aspettava? Resta sempre inevasa una domanda. Come fanno a Bruxelles a conoscere e a studiare, tanto rapidamente, una manovra complessa che, in Italia, ha faticato persino a compiere quel breve tratto di strada che separa Palazzo Chigi dal Quirinale?

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Dio salvi la Ragioneria generale dello Stato. La ‘’bollinatura’’ delle norme di spesa non è un’inutile procedura burocratica d’altri tempi, ma la conferma (per quanto possibile) che le coperture ci sono.

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