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Tfr in busta paga, ecco l’ultima renzata di Renzi

Matteo Renzi è come un filamento di tungsteno in una lampadina: fa luce perché intorno c’è il vuoto.

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Lo abbiamo capito tardi. Il ‘’superamento’’ dell’articolo 18 è soltanto un’operazione mediatica truffaldina per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica da una legge di stabilità a cui il governo non è in grado di venire a capo.

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Tutti dicono che Pier Matteo Renzi Tambroni ha vinto, in direzione, la battaglia dell’articolo 18. Bene per lui. Ma la riforma dov’è?

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Corre voce che tutti siano d’accordo, almeno nella maggioranza (figuriamoci le opposizioni!) di abolire i contratti di collaborazione a progetto (cocopro) nell’ambito del pogrom di forme flessibili che ha in mente il Governo dei  ‘’sòla’’. Ovviamente, immaginiamo che il divieto riguarderà i futuri contratti, compresi quelli che verranno man mano a scadenza e che non potranno più essere rinnovati in quella tipologia. Di quante persone si tratta? Presumibilmente di un numero intorno a 165mila. Il trend è decrescente: erano centomila in più soltanto nel 2011. Questa forma contrattuale è già stata ‘’condannata all’eutanasia’’ dalla legge Fornero. Ciò nonostante, se si pretende di accelerare un processo di superamento, già in corso, non sembra possibile che, nel giro di qualche mese, alla scadenza dei contratti in essere, le aziende e i datori di lavoro potranno ri-assumere con contratti a tempo indeterminato o determinato decine di migliaia di ex cocopro? Purtroppo si prepara per loro – al posto dei mini jobs tedeschi – un periodo di disoccupazione o di discesa nei gironi più profondi del lavoro sommerso.

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Pare che sul tfr in busta paga il governo dei ‘’sòla’’ faccia sul serio. Lo scopo è quello di favorire i consumi e mettere così in moto l’economia. Lo ripetiamo: è sbagliato sprecare una risorsa tanto importante per l’autofinanziamento delle aziende e per le esigenze fondamentali nella vita dei lavoratori (la pensione, la casa e la salute). Sarebbe come usare i 150 euro promessi da Renzi, il demiurgo, al posto della carta igienica.

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Tante congratulazioni amichevoli a Tiziano Treu che varca da Commissario (in attesa di diventare presidente una volta fatta la riforma della governance) i cancelli dell’Inps: la fabbrica delle nostre pensioni.

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