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TTIP: la Commissione Juncker inizia con una grave spaccatura

C’era da aspettarselo che la questione dei tribunali arbitrali privati (ISDS) previsti nei negoziati segreti della Commissione Barroso nelle trattative per concludere l’accordo di partenariato transatlantico commerciale e degli investimenti (TTIP) sarebbe esploso nelle mani del neo eletto presidente Juncker.

È noto che la posizione ufficiale della Germania e di Juncker è che “l’Ue non accetterà alcuna deroga alla giurisdizione nazionale ed europea nel quadro del TTIP”. Durante il suo discorso al Parlamento europeo, Juncker ha anche detto che “nel caso di disaccordo tra Commissari prenderà lui la decisione”.

Detto fatto. Il 22 Ottobre, giorno del voto del Parlamento europeo per la Commissione Juncker, 14 ministri del commercio estero degli stati membri hanno inviato una lettera a Juncker chiedendo che “gli ISDS siano mantenuti integralmente del testo del TTIP”. Tra i firmatari figurano il Regno Unito, la Spagna, l’Irlanda, la Danimarca e la Lituania. Non è dato sapere se anche l’Italia abbia firmato la lettera.

Non può non risaltare che i 14 stati firmatari sono la metà dei 28 membri della Ue. Una spaccatura radicale a grave che riflette chi già si è “allineato” alla dottrina Nuland, cioè al diktat degli Usa, e chi come la Germania si rifiuta di farlo senza adeguate garanzie e compensazioni. Più che una questione di frattaglie commerciali si tratta di dignità politica e di sovranità!

Per cercare di ridurre le tensioni, Juncker ha annunciato che la responsabilità a trattare gli ISDS è tolta alla Commissaria liberale svedese Malstrom, che ha la competenza per il TTIP, ed è affidata al primo vice presidente della Commissione, il laburista olandese Timmermans. Una mossa che cerca di smontare le accuse già avanzate a Juncker di essere troppo vicino agli interessi tedeschi.

Resta il fatto che la grave spaccatura della Ue è tra due blocchi trasversali, che includono parlamentari e governi socialdemocratici, liberali e popolari.

La spaccatura a metà tra gli stati membri dell’Ue rende ancor più difficile l’inizio della Commissione Juncker che ha ribadito essere “l’ultima opportunità” per l’Europa.

Gli Usa pretendono che i negoziati sul TTIP iniziati nel 2013 si concludano con la ratifica dell’accordo entro il 2014.



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