“Una volta stabilita la road map sui lanciatori europei, alla prossima ministeriale dell’Agenzia spaziale europea nulla si oppone a che Avio rimanga in mani italiane”. A dirlo oggi a Roma è stato Roberto Battiston, il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). L’occasione è stata la firma del contratto definitivo di 10 lanciatori Vega – prodotti dall’italiana Elv (30% Asi e 70% Avio Spazio) – da parte di Arianespace, per un valore di 257 milioni di euro. Presenti alla firma, il ministro dell’Istruzione e della ricerca, Stefania Giannini, Stéphane Israël, presidente e direttore generale di Arianespace, Pierluigi Pirrelli, amministratore delegato di Elv, Pier Giuliano Lasagni, ad del gruppo Avio, e la neo ambasciatrice francese, Catherine Colonna.
I TERMINI DEL CONTRATTO
“La firma di oggi – ha dichiarato il ministro Giannini – sancisce l’importanza che le applicazioni spaziali hanno per l’Italia e per la Francia, entrambi presenti alla prossima ministeriale, dove l’Italia farà la sua parte anche per quanto riguarda il programma per il futuro lanciatore pesante europeo Ariane 6”. Il contratto appena firmato, che copre dal settimo al sedicesimo lanciatore, finalizza l’accordo preliminare firmato nel 2013 dall’ex presidente del Consiglio Letta e da Hollande. I 10 lanciatori Vega saranno operativi dalla fine del 2015 e copriranno più di 3 anni di attività, durante i quali il contratto, insieme alle attività collegate, produrrà ricavi per Elv per circa 300 milioni di euro. Dopo il successo dei primi 3 lanci e la firma da parte di Arianespace dei primi 9 contratti di lancio, questo contratto sancisce le prospettive della produzione di Vega, che si afferma come il più competitivo nella categoria dei lanciatori leggeri.
IL FUTURO DEI LANCIATORI
“Il contratto – ha spiegato Battiston – rappresenta volumi industriali importanti e ci aspettiamo di poterlo ripetere. Il momento per il settore dei lanciatori è significativo, specie per Vega e per Ariane 6, che avranno un motore unico e che sarà prodotto in ragione di 34-36 unità annuali”. “Questo successo rappresenta, oltre al consolidamento di un programma di successo con grandi prospettive, anche un esempio di ritorno sugli investimenti fatti”. Vega è un programma Esa, concepito per il lancio dei piccoli satelliti scientifici e per l’osservazione della Terra in orbita bassa o eliosincrona. Con queste caratteristiche il lanciatore soddisfa le esigenze dei clienti istituzionali e commerciali. In questa fase di industrializzazione, Arianespace è l’operatore del sistema di lancio e ne assicura la commercializzazione.
TECNOLOGIA E LAVORO QUALIFICATO
“Vega rappresenta un’avanguardia tecnologica e strategica con competenze saldamente in Italia”, ha detto Pierluigi Pirrelli: “Il lanciatore è competitivo rispetto alla concorrenza, sia da un punto di vista tecnologico che per costi. Inoltre garantirà all’Europa l’accesso autonomo allo spazio”. “Il Vega sta crescendo – ha aggiunto Lasagni – e farà crescere anche Ariane 6 ed è per questo che stiamo lavorando per renderlo sempre più accessibile”. “Vega – ha aggiunto – contribuisce alle esportazioni italiane in un settore di alta tecnologia. Questo contratto e le attività ad esso collegate contribuiscono in maniera sostanziale al mantenimento di oltre 1000 posti di lavoro qualificati in Italia ed altrettanti in Europa, almeno fino al 2018”.
IL PROGRAMMA
Vega si affianca al lanciatore pesante Ariane 5 ed al lanciatore medio Soyuz, al centro spaziale della Guyana francese. “Questo lanciatore rappresenta un successo tecnologico di cui l’Italia può essere orgogliosa. Avio e Asi sono riusciti a unire le competenze all’interno di Elv per dare vita a una partnership pubblico-privata e arrivare a quello che sarà un importante risultato nell’industria spaziale. Questi lanciatori inizieranno ad essere consegnati nel 2016 e 6 dei quali sono già assegnati ai vari clienti, sia istituzionali sia commerciali”, ha detto Stéphane Israël, che per il 2015 prevede di effettuare 3 lanci con il più piccolo tra i lanciatori europei, 2 con il Soyuz e 7 con Ariane 5. Quanto al programma Ariane 6, che sarà sviluppato in due versioni – una istituzionale Ariane 6.2 ed una commerciale Ariane 6.4 – il numero uno di Arianespace ha spiegato che l’obiettivo è “di rendere competitive entrambe le versioni, sia se si tratterà di lanciare un satellite piccolo con uno grande, sia se si tratterà di mandarne in orbita due piccoli”. Quanto ai costi, Israël ha detto che i piani europei sono quelli di portare il costo di ogni lancio a 90 milioni di dollari per la versione commerciale e a 70 per quella istituzionale.
ASI PIU’ PRESENTE IN ARIANESPACE
Quanto all’ipotesi di un allargamento della partecipazione dell’Agenzia spaziale italiana all’interno del capitale di Arianespace, prima società mondiale nel lancio di satelliti, Battiston ha detto che il tema è allo studio: “L’Italia sta ragionando sulla governance di Arianespace nell’ambito della joint venture. Attualmente partecipiamo al 3%, troppo poco per la capacità di intervento che l’avere a disposizione il Vega ci richiede oggi”. “Dobbiamo difendere i nostri interessi industriali e strategici – ha aggiunto – Nel momento in cui il Vega diventerà un lanciatore della famiglia Ariane 6 e l’Italia parteciperà in modo sostanziale a questi sviluppi è importante essere presenti anche nella governance del servizio di lancio. La questione prenderà forma nel 2015, quando Arianespace potrebbe anche decidere di cambiare struttura”.