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Ebola, si produce a Firenze il farmaco anti emorragia

Dopo la cannabis terapeutica arriva un farmaco per contrastare il virus Ebola? Lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze ha terminato la sperimentazione di un farmaco anti emorragico capace di arginare gli effetti più devastanti di Ebola. Ad annunciarlo è stato il ministro della salute Beatrice Lorenzin, aggiungendo che, anche se il farmaco era in sperimentazione per fini militari diversi, le sue caratteristiche lo hanno reso efficace per contrastare i sintomi del virus.

DALLA CANNABIS A EBOLA

La produzione di cannabis terapeutica da parte dello Stabilimento farmaceutico di Firenze è stata resa possibile grazie l’accordo raggiunto a settembre tra il Ministero della Difesa e quello della Salute, dopo anni in cui questo tipo di farmaco è stato importato dall’estero. “L’Istituto farmaceutico – aveva dichiarato il ministro della Difesa Roberta Pinotti durante la presentazione alla stampa del progetto – è un’eccellenza delle forze armate ed ha dimostrato capacità nel tempo di produrre farmaci rari che difficilmente potrebbero essere prodotti nella rete commerciale”.

Ora lo Stabilimento ha messo in campo le sue competenze per far fronte al virus Ebola. Lo studio sulla molecola di un farmaco antiemorragico in sperimentazione per scopi militari (curare ferite) è stato associato ai problemi emorragici causati da Ebola. Dopo una prima fase di sperimentazione, ha prodotto ottimi risultati e, per questo, 1000 dosi verranno inviate in Sierra Leone, dopo l’ordine da parte di una Ong.

L’ISTITUTO CHIMICO FARMACEUTICO MILITARE

Ha cambiato vari nomi nel corso del tempo: Istituto chimico farmaceutico militare, Farmacia Centrale Militare, Stabilimento chimico farmaceutico militare, ma le sue funzioni sono rimaste invariate nel tempo, ossia la ricerca e la produzione di farmaci che possano aiutare la popolazione. L’Istituto, di proprietà del Ministero della Difesa e diretto dal Generale Giocondo Santoni, ha lo scopo di “offrire una risposta pronta e sicura alle esigenze delle Forze Armate e del Paese – si legge nel sito web ufficiale – fornendo servizi nel settore sanitario e producendo medicinali e presidi di carattere etico e di interesse strategico, secondo criteri di qualità, efficienza ed efficacia”.

In Italia, è l’unica struttura pubblica in cui sia possibile avviare la sperimentazione di farmaci innovativi o alternativi, così come avvenne nel 1998 con il cosiddetto Metodo Di Bella, una terapia alternativa per la cura dei tumori  che non produsse, però, risultati.

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