Sì, ci sono i peli superflui e l’estetista tutte le settimane, i capelli bianchi e le meche e ancora Mino Reitano scambiato per Rino Gaetano. Con una così alta dose di “morettate”, come le ha definite la giornalista Annalisa Chirico su Formiche.net, l’intervista di Corriere tv all’europarlamentare Pd candidata governatore del Veneto Alessandra Moretti non poteva che fare il giro del web, suscitando sfottò e ironie.
Ma, al di là delle frivolezze di costume esaltate in questi giorni, c’è un aspetto più propriamente sociologico e politico che emerge dalle parole della Moretti. Forse per la prima volta, con lo stile “ladylike” viene esplicitata, quasi ostentata, una strategia utilizzata da molti ma tendenzialmente negata da tutti, soprattutto a sinistra. La bellezza viene deliberatamente usata come arma di seduzione elettorale. Essere di apparenza gradevole, oltre che bravi e intelligenti, può rappresentare il quid in più per avere successo anche in questo campo? Puristi della politica o femministe rabbrividiranno, ma è questa la teoria contenuta in quell’intervista.
Quasi una regola per Silvio Berlusconi che ha sempre scelto i suoi candidati, soprattutto donne, anche in base al loro aspetto fisico. Una novità per la sinistra “bacchettona” orchestrata da Matteo Renzi che sembra seguirla nello scegliere le sue “renzine”, così come sono state ribattezzate.
Alessandra Moretti, Marianna Madia, Maria Elena Boschi. E’ forse il ministro per i rapporti con il parlamento – secondo gli osservatori – l’emblema dello stile “ladylike”. Una donna che, oltre alle competenze, sa usare la sua avvenenza per ingraziarsi l’interlocutore con un sorriso o uno sguardo. Shabadabadà, prima che ladylike, per usare il termine che rimbalza su Twitter grazie al blogger Nonleggerlo.
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